A Torino è nato un centro di studi religiosi comparati. L’unica via
per superare i conflitti.
Il centro di studi religiosi comparati "Edoardo
Agnelli" rappresenta un nuovo polo per la promozione del dialogo tra
religioni. Costituito ufficialmente a Torino nel novembre 2001, è
finalizzato allo studio delle grandi religioni per promuoverne il dialogo.
Ha due distinti programmi di attività: uno a livello interreligioso, e
uno in ambito ecumenico (dialogo tra confessioni cristiane) specie nelle
relazioni con le Chiese ortodosse. Quali sono le ragioni che hanno portato
alla costituzione di questo centro, dal profilo non confessionale? La
risposta sta nella consapevolezza del ruolo crescente che le religioni
esercitano nelle società contemporanee sul piano spirituale, etico,
sociale e, in molti casi, politico, stabilendo con la modernità un
rapporto sempre complesso, sovente fecondo, ma talvolta connotato da
conflitti.
Almeno quattro fattori spiegano
questa evoluzione. In primo luogo,
la modernizzazione, con la sua capacità di diffusione globale, ha giocato
un ruolo di stimolo all’emergere delle culture e delle religioni,
soprattutto nelle aree extra-europee. Le religioni non possono infatti non
misurarsi con i temi della modernizzazione con risultati differenziati.
Se, infatti, in molte circostanze la religione si presenta come orizzonte
di significato in grado di offrire principi grazie ai quali gli uomini
possono affrontare la modernizzazione stessa e i nuovi problemi; in altri
casi, accade che l’identità religiosa sia interpretata come una
dimensione fondamentalmente "altra" e vissuta in opposizione.
Nel medesimo tempo – e siamo al secondo elemento – la
secolarizzazione appare sempre più come un fenomeno che in senso stretto
vale solo per l’Europa, ma che non trova riscontri analoghi altrove. In
ampi settori delle stesse società europee, del resto, si assiste all’emergere
di una nuova domanda religiosa e di senso, che talvolta si esprime in
approcci diversi dalle istituzioni religiose tradizionali. L’evoluzione,
poi, del mondo verso prospettive di interdipendenza, ha coinvolto le
religioni, chiamate necessariamente a un confronto reciproco, e, in taluni
casi, coinvolte in processi di conflittualità. Le migrazioni
internazionali, infine, concorrono a rendere multiconfessionali e
multireligiosi l’Europa e il resto del mondo.

Andrea Pacini con lo storico e poeta André
Chouraqui
Una delle grandi sfide che si aprono nel XXI secolo consiste proprio
nel gestire questo pluralismo sia all’interno delle singole società,
sia nell’ambito europeo – con la necessità di riformulare una cultura
europea condivisa con le società dell’Europa orientale, valorizzando il
contributo dell’ortodossia –, sia sul piano internazionale. È su
questa prospettiva così urgente che il centro "Edoardo Agnelli"
offre il proprio contributo, con la duplice convinzione che da un lato il
fattore religioso svolga oggi un ruolo così significativo da meritare di
essere preso in considerazione; dall’altro lato che il dialogo sia lo
strumento ineludibile per gestire la nuova situazione di pluralismo.
Il dialogo è finalizzato a ottenere che l’incontro tra le religioni
porti non solo al superamento delle conflittualità, ma anche a una
ricerca positiva e coraggiosa di quei principi, istanze, valori che le
religioni hanno iscritti nella loro tradizione spirituale e che possono
condividere in modo significativo nel presente. In questo senso ogni
dialogo serio richiede un impegno di rilettura critica della propria
tradizione.
Lo sviluppo del dialogo tra le religioni si presenta come processo non
privo di difficoltà. È tuttavia un percorso obbligato proprio per
disinnescare i conflitti, che si manifestano nelle varie forme di
fondamentalismo religioso, capaci di ispirare anche il terrorismo
internazionale. Lo sviluppo del dialogo rappresenta una risposta a quanti
alimentano l’idea di un inevitabile e devastante "conflitto tra
civiltà".
Il centro "Edoardo Agnelli"
intende affermare che
proseguire nel dialogo non significa essere vanamente ottimisti, bensì
intraprendere l’unico cammino possibile per isolare i fanatismi e
sviluppare processi di convergenza sul piano dei valori. L’ineludibilità
e l’efficacia del dialogo come strumento per gestire il pluralismo
religioso sono confortate dal pluralismo di posizioni all’interno delle
stesse religioni. In ciascuna esistono interlocutori credibili e
qualificati per un dialogo costruttivo e critico: occorre individuarli e
valorizzarli. Nello stesso tempo un dialogo serio esige l’impegno per la
conoscenza delle altre religioni: di qui la scelta caratterizzante del
centro di promuovere lo studio delle religioni in prospettiva comparata,
come base indispensabile. Per dialogare occorre la conoscenza; quest’ultima,
a sua volta, trova nel dialogo spazi nuovi di arricchimento.
Andrea Pacini
*Andrea Pacini è direttore del centro di studi
religiosi comparati
"Edoardo Agnelli"