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Rio de Janeiro 23-28 luglio è già
prossimo ed è Giornata mondiale
della gioventù. Dopo l'editoriale
di monsignor Santoro, abbiamo
dato la parola a due missionari
italiani che vivono in Brasile.

Un gruppo di giovani brasiliani
all'edizione precedente di Madrid 2011:
la missione come apertura alla speranza (foto MARCATO).
Ci troviamo nel Nord-Est del Brasile,
Stato del Pernambuco; la
sua capitale, Recife, per molti
anni è stata sotto la guida pastorale
di dom Hélder Câmara. A circa
480 km da Recife, nell'entroterra,
incontriamo la cittadina di Jatobá,
17.000 abitanti; siamo nella diocesi
di Floresta, città di circa 30.000
abitanti, bagnata dalle scarse e stagionali
acque del Rio Pajeù.
Jatobá è sorta dal nulla e si è sviluppata
in poco tempo, negli anni
'80, in seguito all'arrivo sul territorio
di migliaia di lavoratori impegnati
nella costruzione della diga e
della centrale idroelettrica di Itaparica,
sul Rio São Francisco, nel tratto
di fiume che segna il confine tra
gli Stati di Pernambuco e Bahia.
Gran parte dei lavoratori, al termine
della costruzione, decise di rimanere
sul posto e la cittadina cominciò
a strutturarsi fino al riconoscimento
ufficiale come città autonoma
nel 1998. A poco a poco, la città
è cresciuta, passando vari momenti
di difficoltà, così come tutta la regione
di cui fa parte, conosciuta come
"sertão" di Pernambuco, caratterizzata
da un clima semiarido con
periodi ciclici di siccità che provano
duramente la popolazione.
La regione, da sempre, soffre per
una mancanza cronica di lavoro
che colpisce soprattutto i giovani.
Anche se le cose stanno migliorando
da una decina di anni a questa
parte, grazie agli investimenti del
governo in scuole tecniche professionali,
purtroppo gran parte dei
giovani è ancora costretta a cercare
lavoro in altre regioni del Brasile.
Esiste una forte presenza di giovani
nordestini in quasi tutti i grandi poli
di sviluppo brasiliani, São Paulo,
Brasilia, Belo Horizonte, Recife; la
giovane mano d'opera nordestina,
poco specializzata e quindi poco remunerata,
trova spazi soprattutto
nelle costruzioni civili e industriali.
Il "sertão" pernambucano ha visto,
negli ultimi venti anni, un aumento
della produzione di "maconha"
(marijuana) che dalla nostra
gente è vista semplicemente come
una produzione "alternativa" al
mais, ai fagioli o all'allevamento di
capre, che sono le principali attività
dell'agricoltura di sussistenza. Si sa
che è rischioso avere a che fare con
la droga ma, per molti, rappresenta
l'unica via di uscita per poter guadagnare
il sufficiente per vivere.

Dai giovani ci si può aspettare di tutto, in molti
modi, pure che prendano le cose sacre sul serio (foto © CZUKO WILLIAMS / DEMOTIX / CORBIS)
La situazione dei giovani
Disoccupazione, mancanza di
strutture educative come scuole, corsi
tecnici, università, assenza di strutture
sportive e per il tempo libero,
conflitti sociali mal risolti, sono solo
alcune delle cause della diffusione capillare,
anche tra i giovani di piccole
cittadine come Jatobá, del consumo
di alcool e droghe, soprattutto "maconha"
e "crack" che sono più a
buon mercato. È questa la situazione
in cui vive la maggior parte dei nostri
giovani, ed è a questi giovani che la
Giornata mondiale della gioventù di
Rio si rivolge, con l'intento di suscitare
riflessioni, sollecitare risposte,
concretizzare percorsi di speranza.
Fin dall'annuncio di Rio de Janeiro
come sede per la Gmg 2013,
la Chiesa brasiliana si è impegnata
a offrire a tutte le comunità cristiane,
e soprattutto ai giovani che ne
fanno parte, strumenti e opportunità
per riflettere sulla situazione della
gioventù.
La Campanha da fraternidade
che, come ogni anno, durante
la Quaresima si propone di richiamare
l'attenzione della società
su un determinato tema sociale, è
servita come stimolo per tutti a partire
dal tema: «Fraternità e gioventù:
eccomi, manda me!» (Is 6,8).
Nelle nostre comunità, durante la
Quaresima, si sono organizzati gruppi
del Vangelo nelle case, privilegiando
le abitazioni dei giovani e i quartieri
più difficili, per moltiplicare le opportunità
d'incontro e poter coinvolgere
quante più persone possibili; nei
gruppi si è riflettuto sulla situazione
della gioventù e sulla chiamata a una
vita missionaria, intesa prima di tutto
come apertura alla speranza; si è cercato
di riscattare la coscienza dei valori
che ciascuno di noi possiede, in
particolare i giovani, valori che devono
essere messi a servizio di tutti, a
partire dagli ultimi. I gruppi di giovani
delle nostre comunità hanno indicato
i rappresentanti per la Giornata
mondiale e si sono attivati per raccogliere
i fondi necessari per il viaggio.

Benedetto XVI è andato volentieri
alla Gmg di Sydney
5 anni fa: qui fa
amicizia con un
koala nella vacanza
di Kenthurst (foto ANSA / OSSERVATORE ROMANO).
La nostra preparazione
Un momento molto importante,
nelle comunità che formano la parrocchia,
lo vivremo con la Settimana
missionaria della gioventù, in
preparazione alla Giornata mondiale.
Tutte le diocesi, parrocchie, comunità,
gruppi, sono invitati a realizzarla
dal 12 al 19 di luglio. Il tema
generale della Settimana missionaria
della gioventù sarà: «Andate e
fate discepoli tutti i popoli!» (cf Mt
28,19).
Ritorna pressante, quindi,
l'invito alla missione, rivolto specialmente
ai giovani, un tema già
presente nella Campanha da fraternidade
di quest'anno. Senza dimenticare che tutta la
Chiesa latino-americana, dopo la
Conferenza generale dei vescovi realizzata
nel 2007
ad Aparecida
do Norte, in Brasile,
ha indicato
la missione come
caratteristica
fondamentale
per le nostre
comunità; è alla
luce del Vangelo,
attraverso la
missione, che si
pretende di cercare
delle risposte
alle tante sfide
del momento
presente. Si tratta
quindi di trovare
i percorsi
adeguati e di vivere
concretamente l'apertura agli altri
e al mondo: la comunità o è missionaria,
o non è comunità cristiana.
La Settimana missionaria della gioventù
avrà proprio questo scopo: ricordarci
gli uni agli altri che il vangelo
di Gesù, la buona notizia, è la forza
che può animare la vita dei giovani
e questa forza deve arrivare là dove
ce n'è più bisogno, là dove è necessario
poter ascoltare buone notizie
per poter sperare, là dove la gioventù
sta perdendo le sue battaglie sotto il
peso di tante difficoltà, frustrazioni,
promesse mancate, sfruttamento.
La Cnbb, Conferenza dei vescovi
brasiliani, ha messo a disposizione
un sussidio per
la Settimana
missionaria della
gioventù, in
forma di lectio
divina, ma ogni
realtà si organizza
liberamente.
Nella nostra diocesi
i giovani
s'incontreranno
per una vigilia
di preghiera
marcando così
l'apertura della
Settimana; ogni
gruppo animerà
le attività giorno
dopo giorno,
fino alla conclusione
che si celebrerà in parrocchia.
Tra le varie iniziative ci saranno: incontri
di riflessione nelle case, lectio
divina, visite missionarie nei quartieri
più abbandonati, iniziative sportive,
tornei, proiezione di film, feste culturali,
dibattiti sui temi caldi legati ai
problemi dei giovani... Un movimento
che coinvolgerà giovani e meno giovani
e che porterà letteralmente nelle
nostre case lo spirito missionario della
Giornata mondiale della gioventù.
È perché la missione possa esistere
che la Chiesa esiste e non il contrario;
e i giovani, in una Chiesa missionaria,
devono potersi sentire protagonisti.
Quando cresce nei giovani la coscienza
di essere chiamati da Cristo, cresce
anche il desiderio di comunicare a tutti
il dono di questo incontro. La missione
non si limita a un programma o
a un progetto; non si esaurisce con la
celebrazione di un grande evento, ma
è soprattutto condividere l'esperienza
dell'incontro con Cristo, testimoniarlo
e annunciarlo alle persone che
s'incontrano nella vita di ogni giorno,
alle comunità, ai gruppi e a tutti coloro
che hanno sete di speranza, fino ai
confini del mondo (cf At 1,8)
Massimo Bonino *Fidei donum di Alba
a Jatobá nel Nord-Est del Brasile |