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 Vita Pastorale n. 7 luglio 2013- Home Page

GMG 2013 - Chi viene in Brasile deve sapere...

Nostra forza è il Vangelo

di Massimo Bonino

 

Rio de Janeiro 23-28 luglio è già prossimo ed è Giornata mondiale della gioventù. Dopo l'editoriale di monsignor Santoro, abbiamo dato la parola a due missionari italiani che vivono in Brasile.

Un gruppo di giovani brasiliani all'edizione precedente di Madrid 2011: la missione come apertura alla speranza (foto MARCATO).

Un gruppo di giovani brasiliani all'edizione precedente di Madrid 2011: la missione come apertura alla speranza (foto MARCATO).

Ci troviamo nel Nord-Est del Brasile, Stato del Pernambuco; la sua capitale, Recife, per molti anni è stata sotto la guida pastorale di dom Hélder Câmara. A circa 480 km da Recife, nell'entroterra, incontriamo la cittadina di Jatobá, 17.000 abitanti; siamo nella diocesi di Floresta, città di circa 30.000 abitanti, bagnata dalle scarse e stagionali acque del Rio Pajeù.

Jatobá è sorta dal nulla e si è sviluppata in poco tempo, negli anni '80, in seguito all'arrivo sul territorio di migliaia di lavoratori impegnati nella costruzione della diga e della centrale idroelettrica di Itaparica, sul Rio São Francisco, nel tratto di fiume che segna il confine tra gli Stati di Pernambuco e Bahia. Gran parte dei lavoratori, al termine della costruzione, decise di rimanere sul posto e la cittadina cominciò a strutturarsi fino al riconoscimento ufficiale come città autonoma nel 1998. A poco a poco, la città è cresciuta, passando vari momenti di difficoltà, così come tutta la regione di cui fa parte, conosciuta come "sertão" di Pernambuco, caratterizzata da un clima semiarido con periodi ciclici di siccità che provano duramente la popolazione.

La regione, da sempre, soffre per una mancanza cronica di lavoro che colpisce soprattutto i giovani. Anche se le cose stanno migliorando da una decina di anni a questa parte, grazie agli investimenti del governo in scuole tecniche professionali, purtroppo gran parte dei giovani è ancora costretta a cercare lavoro in altre regioni del Brasile. Esiste una forte presenza di giovani nordestini in quasi tutti i grandi poli di sviluppo brasiliani, São Paulo, Brasilia, Belo Horizonte, Recife; la giovane mano d'opera nordestina, poco specializzata e quindi poco remunerata, trova spazi soprattutto nelle costruzioni civili e industriali.

Il "sertão" pernambucano ha visto, negli ultimi venti anni, un aumento della produzione di "maconha" (marijuana) che dalla nostra gente è vista semplicemente come una produzione "alternativa" al mais, ai fagioli o all'allevamento di capre, che sono le principali attività dell'agricoltura di sussistenza. Si sa che è rischioso avere a che fare con la droga ma, per molti, rappresenta l'unica via di uscita per poter guadagnare il sufficiente per vivere.

Dai giovani ci si può aspettare di tutto, in molti modi, pure che prendano le cose sacre sul serio (foto © CZUKO WILLIAMS / DEMOTIX / CORBIS)

Dai giovani ci si può aspettare di tutto, in molti modi, pure che prendano le cose sacre sul serio (foto © CZUKO WILLIAMS / DEMOTIX / CORBIS)

La situazione dei giovani

Disoccupazione, mancanza di strutture educative come scuole, corsi tecnici, università, assenza di strutture sportive e per il tempo libero, conflitti sociali mal risolti, sono solo alcune delle cause della diffusione capillare, anche tra i giovani di piccole cittadine come Jatobá, del consumo di alcool e droghe, soprattutto "maconha" e "crack" che sono più a buon mercato. È questa la situazione in cui vive la maggior parte dei nostri giovani, ed è a questi giovani che la Giornata mondiale della gioventù di Rio si rivolge, con l'intento di suscitare riflessioni, sollecitare risposte, concretizzare percorsi di speranza. Fin dall'annuncio di Rio de Janeiro come sede per la Gmg 2013, la Chiesa brasiliana si è impegnata a offrire a tutte le comunità cristiane, e soprattutto ai giovani che ne fanno parte, strumenti e opportunità per riflettere sulla situazione della gioventù.

La Campanha da fraternidade che, come ogni anno, durante la Quaresima si propone di richiamare l'attenzione della società su un determinato tema sociale, è servita come stimolo per tutti a partire dal tema: «Fraternità e gioventù: eccomi, manda me!» (Is 6,8). Nelle nostre comunità, durante la Quaresima, si sono organizzati gruppi del Vangelo nelle case, privilegiando le abitazioni dei giovani e i quartieri più difficili, per moltiplicare le opportunità d'incontro e poter coinvolgere quante più persone possibili; nei gruppi si è riflettuto sulla situazione della gioventù e sulla chiamata a una vita missionaria, intesa prima di tutto come apertura alla speranza; si è cercato di riscattare la coscienza dei valori che ciascuno di noi possiede, in particolare i giovani, valori che devono essere messi a servizio di tutti, a partire dagli ultimi. I gruppi di giovani delle nostre comunità hanno indicato i rappresentanti per la Giornata mondiale e si sono attivati per raccogliere i fondi necessari per il viaggio.

Benedetto XVI è andato volentieri alla Gmg di Sydney 5 anni fa: qui fa amicizia con un koala nella vacanza di Kenthurst (foto ANSA / OSSERVATORE ROMANO).

Benedetto XVI è andato volentieri alla Gmg di Sydney 5 anni fa: qui fa amicizia con un koala nella vacanza di Kenthurst (foto ANSA / OSSERVATORE ROMANO).

La nostra preparazione

Un momento molto importante, nelle comunità che formano la parrocchia, lo vivremo con la Settimana missionaria della gioventù, in preparazione alla Giornata mondiale. Tutte le diocesi, parrocchie, comunità, gruppi, sono invitati a realizzarla dal 12 al 19 di luglio. Il tema generale della Settimana missionaria della gioventù sarà: «Andate e fate discepoli tutti i popoli!» (cf Mt 28,19).

Ritorna pressante, quindi, l'invito alla missione, rivolto specialmente ai giovani, un tema già presente nella Campanha da fraternidade di quest'anno. Senza dimenticare che tutta la Chiesa latino-americana, dopo la Conferenza generale dei vescovi realizzata nel 2007 ad Aparecida do Norte, in Brasile, ha indicato la missione come caratteristica fondamentale per le nostre comunità; è alla luce del Vangelo, attraverso la missione, che si pretende di cercare delle risposte alle tante sfide del momento presente. Si tratta quindi di trovare i percorsi adeguati e di vivere concretamente l'apertura agli altri e al mondo: la comunità o è missionaria, o non è comunità cristiana. La Settimana missionaria della gioventù avrà proprio questo scopo: ricordarci gli uni agli altri che il vangelo di Gesù, la buona notizia, è la forza che può animare la vita dei giovani e questa forza deve arrivare là dove ce n'è più bisogno, là dove è necessario poter ascoltare buone notizie per poter sperare, là dove la gioventù sta perdendo le sue battaglie sotto il peso di tante difficoltà, frustrazioni, promesse mancate, sfruttamento.

La Cnbb, Conferenza dei vescovi brasiliani, ha messo a disposizione un sussidio per la Settimana missionaria della gioventù, in forma di lectio divina, ma ogni realtà si organizza liberamente. Nella nostra diocesi i giovani s'incontreranno per una vigilia di preghiera marcando così l'apertura della Settimana; ogni gruppo animerà le attività giorno dopo giorno, fino alla conclusione che si celebrerà in parrocchia. Tra le varie iniziative ci saranno: incontri di riflessione nelle case, lectio divina, visite missionarie nei quartieri più abbandonati, iniziative sportive, tornei, proiezione di film, feste culturali, dibattiti sui temi caldi legati ai problemi dei giovani... Un movimento che coinvolgerà giovani e meno giovani e che porterà letteralmente nelle nostre case lo spirito missionario della Giornata mondiale della gioventù. È perché la missione possa esistere che la Chiesa esiste e non il contrario; e i giovani, in una Chiesa missionaria, devono potersi sentire protagonisti. Quando cresce nei giovani la coscienza di essere chiamati da Cristo, cresce anche il desiderio di comunicare a tutti il dono di questo incontro. La missione non si limita a un programma o a un progetto; non si esaurisce con la celebrazione di un grande evento, ma è soprattutto condividere l'esperienza dell'incontro con Cristo, testimoniarlo e annunciarlo alle persone che s'incontrano nella vita di ogni giorno, alle comunità, ai gruppi e a tutti coloro che hanno sete di speranza, fino ai confini del mondo (cf At 1,8)

Massimo Bonino
*Fidei donum di Alba
a Jatobá nel Nord-Est del Brasile

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