Madre di Dio

 

 

N. 10 ottobre 2004

Con Maria, Regina degli Apostoli

Riviviamo l’Anno del Rosario

Amici lettori

Una catena di "Ave, Maria"
  
Gabriele Amorth

Maria, artefice di pace nell’itinerario cristiano
  
Stefano De Fiores

"Paolo, servo di Gesù Cristo"
  
Mons. Angelo Comastri

La "donna forte"
  
Giuseppe Daminelli

La pietas mariana nel ‘Tempo Ordinario’
  
Alberto Rum

Perenne attualità del Rosario
  
Bruno Simonetto

Fatti e persone
  
a cura di Bruno Simonetto

L’icona della "Madre di Dio di Teodoro" detta "Feodorovskaia - Kostromskaia" – 1
  
George Gharib

Anna, donna di profezia
   Luigi De Candido

 "C’è una terra silenziosa…"
  
Simone Moreno

In Libreria

La Mariologia del Beato don G. Alberione - 30
  
Bruno Simonetto

Santuari mariani d'Italia

 

Madre di Dio n. 10 ottobre 2004 - Copertina

 

 

 

 

 La Madre di Dio nella liturgia orientale

di GEORGE GHARIB

L’icona della "Madre di Dio di Teodoro"  – 1
   

Presentazione e Akátisto dell’icona dedicata alla "Madre di Dio di Teodoro" – detta anche "Feodorovskaia-Kostromskaia" –, Patrona della dinastia russa dei Romanov.

L'icona mariana russa che presentiamo è apparsa il 16 Agosto 1239 in un bosco di Kostroma; in seguito si fece conoscere con svariati interventi che hanno lasciato non poche tracce nella vita della Chiesa russa.

L’icona, che appartiene al tipo iconografico dell’Eléousa, ossia della tenerezza, ha molte affinità con la famosa ‘Madonna di Vladimir’. Celebrata il 16 Agosto, in ricordo della sua prima apparizione, essa è festeggiata anche il 14 Marzo, in ricordo dell’incoronazione del primo Zar della dinastia dei Romanov, nel 1613.

Dei numerosi testi liturgici composti per celebrarla, proponiamo il lungo Akátisto in cui l’Autore, anonimo, passa in rassegna alcuni tratti importanti della storia e dei prodigi operati dalla Madonna attraverso questa sua icona.

Icona della "Feodorovskaia", sec. XVIII.
Icona della "Feodorovskaia", sec. XVIII.

Tipo iconografico dell’icona

L’icona appartiene, grosso modo, al tipo iconografico dell’Eléousa, ossia ‘della tenerezza’, per i gesti di affetto che intercorrono fra Madre e Figlio, con grandi somiglianze con la famosa ‘Madonna di Vladimir’: come in questa, il Bambino si appoggia sul braccio destro della Madre di cui stringe il collo con la manina sinistra, chiaramente visibile sotto il velo. Nelle due icone, inoltre, Maria con il braccio sinistro leggermente alzato indica il Figlio nel gesto della Odigítria, con l’intenzione di indicare nel divin Figlio il destinatario della preghiera a lei rivolta. L’icona della ‘Madonna di Teodoro’ si differenzia però da quella di Vladimir per la posizione eretta del Bambino e la posizione delle sue piccole gambe, con la sinistra scoperta fino al ginocchio. La "Madre di Dio di Teodoro" sembra colta mentre il Figlio le rivela la sua Passione e Morte, attraverso lo sguardo dolce, tenero, triste e gioioso insieme; la Vergine appare come la Madre che accoglie in sé ogni sentimento umano e lo trasfigura in preghiera.

San Sergio di Radonez la commenta stupendamente con queste parole: "Quando sono triste, la Madre di Dio piange con me; quando il mio animo è lieto, la Madre di Dio sorride con me; quando mi sento peccatore, la Madre di Dio intercede per me".

Dei diversi testi liturgici composti per celebrare l’icona proponiamo il seguente Akátisto composto, come tutti gli Akátisti slavi, da 25 stanze o strofe, 13 delle quali brevi [kondak], che si concludono con l’Alleluja; e altre 12 più lunghe [ikos], che si concludono con la salutazione: "Rallegrati, divina Madre, nostra stabile protezione".

L’Autore della lunga composizione, rimasto anonimo, sembra avere sotto gli occhi qualcuno dei numerosi racconti che passano in rassegna i più noti prodigi operati dalla Madonna in favore dei suoi devoti e della terra russa, di cui ella è considerata Patrona e Regina.

L’Inno contiene anche una estesa litania di titoli mariani tratti dalla natura, dai testi della Bibbia e dalla storia della Chiesa. Molte sono le allusioni provenienti dall’Akátisto nella sua versione originale greca. L’Autore sembra anche ben conoscere il ricco elenco di feste mariane contenuto nel Calendario liturgico, sia della Chiesa greca che di quella russa.

L’inno poetico è seguito da una lunga preghiera in prosa nella quale l’Autore esprime, con cuore pieno di fiducia e spirito contrito, sentimenti di riconoscenza alla Vergine.

Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo [1712 - 1733], già Leningrado, dal 1924 al 1991.
Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo [1712 – 1733], già Leningrado, dal 1924 al 1991.

L’ Akátisto alla "Madre di Dio Feodorovskaia"

Kondak 1

"Invincibile Regina, vergine Madre di Dio, protezione e soccorso dei Cristiani, con l’apparizione della tua icona tu hai rallegrato la terra e la Chiesa russa, illuminando tutti i suoi fedeli figli; per questo noi ti rivolgiamo con zelo la nostra azione di grazie, prostrati davanti alla tua mirabile icona, dicendo: Salvaci, o nostra Signora, e abbi pietà dei tuoi servitori che cantano: Alleluja.

Ikos 1

L’Angelo Gabriele fu mandato da Dio nella città di Nazareth alla purissima Vergine Maria e, recatosi presso di lei, disse: ‘Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne’. Quanto a noi, peccatori, imitando l’angelico saluto, nella gioia e azione di grazia che riempiono i nostri cuori, per l’apparizione della tua santa icona osiamo, o Madre di Dio, rivolgerti lodi, dicendo […]:

Rallegrati, per te fu rivelato il segreto dell’incarnazione del Figlio nei secoli nascosto; rallegrati, tu hai messo al mondo Cristo, l’Agnello di Dio che porta su di sé il peccato del mondo; rallegrati, per te siamo stati liberati dalle pene dell’Inferno; rallegrati, noi abbiamo accesso alla vita eterna per tuo tramite.

Rallegrati, divina Madre, nostra stabile protezione.

Kondak 2

Nel vedere appesa ad un albero la tua icona, o santa Madre di Dio, il Principe di Kostroma fu preso da stupore, non potendo conoscere il senso di questa apparizione; volendo afferrarla, egli ne fu impedito e, vedendovi un miracolo, disse davanti all’icona apparsa: Alleluja.

Ikos 2

Il Principe, volendo comprendere il motivo della mirabile apparizione della tua icona a Kostroma, con l’animo pieno di gioia si prostrò davanti a te, o Madre di Dio, per divina ispirazione e, piegando con timore le ginocchia, esclamò:

Rallegrati, tu ci riveli la tua icona miracolosamente; rallegrati, tu ci mostri la tua misericordia per la sua apparizione; rallegrati, provvidenza di tutti quanti venerano il tuo Figlio; rallegrati, a tutti quanti lo chiedono tu doni ciò che è salutare, nella misura della loro fede […].

Rallegrati, divina Madre, nostra stabile protezione.

Chiese Cattedrali lungo le rive del fiume Moscova, segni del sacro nella capitale della Russia.
Chiese Cattedrali lungo le rive del fiume Moscova, segni del sacro nella capitale della Russia.

Kondak 3

Riscontrando la potenza divina nella posizione elevata in cui si trovava la tua mirabile icona, o Madre di Dio, e riconoscendo nella sua apparizione un segno della tua misericordia verso tutti quanti ricercano la salvezza, il Principe esclamò: Alleluja.

Ikos 3

Volendo procurarsi questo tesoro dato dal Cielo, quello del tuo splendido volto, o Madre di Dio, il Sovrano di nuovo diresse la mano verso l’icona che era stata fatta scendere; vedendola però risalire, egli corse in città e informò il Clero dell’evento, così che alla vista della tua icona i fedeli potessero con lui inneggiare:

Rallegrati, Regina della terra e dei cieli; rallegrati, trono del Sovrano che domina sui re; rallegrati, Vergine immacolata; rallegrati, Madre dell’inaccessibile luce […].

Rallegrati, degli Angeli ineffabile gioia; rallegrati, dei Profeti e Apostoli diadema regale; rallegrati, custode della Chiesa di Cristo; rallegrati, tu la proteggi dalle false dottrine e dalle eresie.

Rallegrati, divina Madre, nostra stabile protezione.

Kondak 4

Interrogandosi nei suoi dubbiosi pensieri, al canto di Salmi e di cantici spirituali, il Clero si recò per vedere la tua icona, o Vergine ignara di nozze; vedendola innalzata miracolosamente sull’albero e splendente di bellezza, esclamò: Alleluja.

Ikos 4

Il popolo, avendo appreso l’arrivo della tua santa icona, o Ancella di Dio, corse ad essa incontro e si prostrò come se fossi apparsa di persona, e cantò tra le lacrime:

Rallegrati, benedetta fra le donne che porti nel grembo Chi che regge l’universo; rallegrati, tu hai mostrato con la nascita del tuo Figlio al mondo intero la salvezza; rallegrati, tu hai unito gli uomini a Dio; rallegrati, o più alta dei Cieli che ci hai liberati dalla maledizione […].

Rallegrati, divina Madre, nostra stabile protezione.

Altra icona "Feodorovskaia - Kostromskaia" con riza in argento dorato - Tav. del XIX secolo.
Altra icona "Feodorovskaia - Kostromskaia" con riza in argento dorato – Tav. del XIX secolo.

Kondak 5

È come astro divinamente mosso che il popolo vide la tua icona, o Vergine Maria; e come luminare splendente la depose nella Chiesa cattedrale, allegramente cantando a Dio: Alleluja.

Ikos 5

Vedendo nella Chiesa di Kostroma l’icona nella quale tu sorreggi il divin Bambino, gli abitanti della città di Gorodets furono colti da dolore, perché è da loro che l’icona era andata via; quanto a noi, lieti di veder preferita la nostra città, copriamo di baci la tua icona e a te esclamiamo:

Rallegrati, Stella che ci mostri il vero Sole; rallegrati, tu hai avuto affetto per il nostro paese; rallegrati, tu sei stata trovata da quanti ti avevano cercato; rallegrati, tu riempi di ineffabile gioia il cuore dei credenti […].

Rallegrati, sovrintendente del mondo intero; rallegrati, guaritrice da ogni infermità; rallegrati, incomparabile bellezza; rallegrati, inenarrabile bontà.

Rallegrati, divina Madre, nostra stabile protezione.

George Gharib

Madre di Dio di Teodoro", icona agiografica (sec. XIX).
Madre di Dio di Teodoro", icona agiografica (sec. XIX).
   

Breve storia dell’icona

Secondo la tradizione russa, la prima apparizione dell'icona della Madonna Feodorovskaja risale al 16 Agosto 1239, giorno in cui Vasili Kvagnia, Principe di Kostroma, la scopre appesa ad un albero in una visione nel bosco, durante una battuta di caccia nelle vicinanze di Gorki. Ciò spiega il fatto che l’icona è conosciuta anche col nome di "Madonna di Kostroma". Il nome più corrente di "Feodorovskaja", ossia: "di Teodoro", le deriva invece dalla sua prima collocazione nella Chiesa di San Teodoro Stratilata, il grande martire del tempo delle prime persecuzioni. La denominazione più corretta sarebbe, comunque, "Madonna Feodorovskaia-Kostromskaia".

Durante il trasferimento nella Cattedrale di Kostroma, l’immagine compì un miracolo, apparendo agli abitanti della città portata in processione da un guerriero somigliante a San Teodoro Stratilata, cui una Chiesa a Kostroma era dedicata. Proprio in memoria di questo evento l'icona fu denominata ‘di Teodoro’ e divenne il palladio della città. Fu circondata ben presto della fama di guarigioni miracolose e di numerosi altri prodigi, fra i quali quelli di essere uscita intatta da alcuni incendi. Ad essa viene attribuita, inoltre, la protezione della città e del Monastero dall'invasione tartara del 1260.

L’icona conobbe un altro momento di celebrità nel secolo XVII. Nel 1613 un'ambasceria di Mosca si recò a Kostroma per supplicare il giovane Michele Romanov di accettare la corona imperiale, dando così inizio all'omonima dinastia destinata a regnare fino alla Rivoluzione del 1917. La madre del futuro Zar in tale occasione pregò davanti all'icona miracolosa della "Madre di Dio di Teodoro", esprimendo il desiderio di avere per sé l’icona originale od almeno qualche sua copia.

Da quel momento si moltiplicarono copie e repliche; e ottenne grande diffusione il ‘Racconto’ delle sue apparizioni e dei suoi miracoli. Una copia dell’icona fu eseguita e fatta trovare nella Chiesa del ‘Palazzo d'Inverno' di San Pietroburgo, dove era molto venerata dagli Zar. Per l’occasione, si diffusero anche vari manoscritti del ‘Racconto’ di questa icona, in cui viene brevemente esposta la sua storia, e in modo particolare vengono descritti gli avvenimenti del XVII secolo, cui gradualmente si aggiungono descrizioni di nuovi miracoli.