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N. 10 ottobre 2004
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Nel
mese di Ottobre
![]() di BRUNO SIMONETTO Perenne
attualità del Rosario La salvezza dell’umanità nella preghiera delle ‘quattro corone’ – Il nostro Rosario, pregato e meditato insieme agli ultimi e per gli ultimi del mondo. Nel mese di Ottobre ci è caro ritornare – a un anno dalla conclusione dell’Anno del Rosario – al tema dei Misteri della vita del Signore e della sua Santa Madre. E lo facciamo riproponendo una riflessione su quello che Hans Urs Von Balthasar metteva come sottotitolo del suo prezioso volumetto su Il Rosario: "La salvezza del mondo nella preghiera mariana". Lo facciamo ripartendo da quella specie di ideale prefazione che il grande teologo svizzero premette al suo libro, scrivendo sull'Ave, Maria pagine molto illuminanti per i ‘rosarianti’ di tutti i tempi: "…insieme con l’Angelo, noi possiamo salutare Maria per ordine di Dio e, insieme con Elisabetta, proclamarla continuamente beata perché "Dio è con lei" e in tal modo introdurci, pregando, nella sua risposta al Verbo divino, nel suo consenso, che non è più rivolto a lei, ma a Dio, insieme con lei. L’Ave, Maria è addestramento e integrazione nella preghiera mariana-ecclesiale". Nelle pagine conclusive del testo, l’Autore precisa poi lo scopo delle sue riflessioni: "Si tratta di liberare il Rosario da una specie di ristrettezza, estranea allo spirito di Maria, e alimentarlo con la pienezza dell’idea e dell’opera salvifica di Dio per il mondo. L’essenza e l’azione di Maria in tutto questo - spiega Von Balthasar - è la mediazione: tra Dio e il mondo, tra Cristo e la Chiesa, tra spirito e carne, tra i due modi di esistenza ecclesiale, tra il mondo dei santi e quello dei peccatori. Perché Maria si trova a tutti i crocevia, per indicare la strada".
Il riferimento è, dunque, sempre mariano; anche se la centralità dei Misteri del Rosario è necessariamente cristologica: la titolazione stessa che Von Balthasar dà alle ‘tre corone’ [prima dell’integrazione di Giovanni Paolo II, che ne ha aggiunta una quarta] è eloquente:
[Tra la ‘corona delle origini’ e la ‘corona del passaggio’, inseriamo ora la ‘corona della contemplazione’, propria dei misteri della luce]. In tutte e quattro queste ‘corone’ dei Misteri è Gesù Cristo il ‘protagonista principale e unico’:
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Riattualizzazione della storia della salvezza Se è teologicamente corretto parlare di Maria prototipo della Chiesa, è anche certo che nel Rosario ci viene svelato il volto mariano della Chiesa, riattualizzazione dei misteri di Cristo nel suo Corpo Mistico, con la perpetua, intima associazione di Maria a tali misteri che si compiono nel tempo. Maria che accoglie il Verbo di Dio [ = le origini della storia della salvezza e insieme della Chiesa]; Maria, la cui presenza rimane sullo sfondo della rivelazione di Cristo, "luce del mondo" (Gv 8, 12) [= in contemplazione degli eventi più significativi della nostra salvezza]; Maria nel mistero della Croce [= il passaggio della storia dell’umanità redenta]; Maria nel mistero della Risurrezione di Gesù e dell’irruzione dello Spirito nel mondo [= il compimento dell’opera salvifica, fino alla "ricapitolazione di tutte le cose in Cristo" (Ef 1,10)]: ecco la dimensione biblico-teologica dei misteri del Santo Rosario. Poi è da non dimenticare l’insegnamento dei Sommi Pontefici sul Rosario; particolarmente, tra gli ultimi Papi, di Paolo VI e di Giovani Paolo II. Papa Paolo VI – richiamata la felice espressione di Pio XII, che definiva il Rosario "compendio di tutto il Vangelo" – nella Esortazione apostolica Marialis cultus [del 2 Febbraio 1974] scrive pagine dense di spiritualità e di devozione mariana (cfr. MC, 42-55) che tanto sollecitano la nostra continua riflessione. Di Papa Giovanni Paolo II ricordiamo, intanto, la Lettera enciclica Redemptoris Mater "sulla Beata Vergine Maria nella vita della Chiesa in cammino" [del 25 Marzo 1987]: non è un documento espressamente riferito al Santo Rosario, ma è un puntuale e ispirato commento ai misteri ricordati nello stesso. A conferma, basti citare lo schema di tale Lettera: p. I - Maria nel mistero di Cristo; p. II - La Madre di Dio al centro della Chiesa in cammino; p III - Mediazione materna [della Vergine Maria nella vita della Chiesa e di ogni cristiano].
Rivivendo l’Anno del Rosario Ma di Giovanni Paolo II è la Lettera apostolica "Rosarium Virginis Mariae" [del 16 Ottobre 2002] il vero ‘canto del cigno’ di un Papa tutto mariano: ‘Totus tuus’. Restando sempre – secondo l’insegnamento del Papa – ancorati alla corona del Santo Rosario, ricordiamo anche solo le parole conclusive di questa sua Lettera apostolica: "Una preghiera così facile, e al tempo stesso così ricca [come il Rosario], merita davvero di essere riscoperta dalla Comunità cristiana […]. Guardo a voi tutti, fratelli e sorelle di ogni condizione, a voi, famiglie cristiane, a voi, ammalati e anziani, a voi giovani: riprendete con fiducia tra le mani la corona del Rosario, riscoprendola alla luce della Scrittura, in armonia con la Liturgia, nel contesto della vita quotidiana…" (RVM, 43). Ritorniamo così alle tante cose belle che abbiamo sentito, letto e meditato nell’Anno del Rosario, come pro-memoria di una stagione di preghiera mariana che non deve cessare, perché il Rosario – "compendio del Vangelo", o "Vangelo nel cuore" – non può mai esaurirsi nello spazio di un tempo… Citiamo, tra le cose sagge allora scritte, quanto un nostro Collaboratore osservò nel numero del Gennaio 2003 della nostra rivista: "Il Papa stesso confida di essere ‘uomo del Rosario’, e tale anche sul soglio di Pietro, poiché – dice – "il Rosario è la mia preghiera prediletta" (cfr. RVM, 2; 25). E riconosce – dunque, incoraggia – il fatto che "diventa naturale portare [tramite il Rosario] a questo incontro con la santa umanità del Redentore i tanti problemi, assilli e progetti che segnano la nostra vita" (cfr. ibid., 25). Dunque, il Rosario è preghiera nelle mani di ciascuno; soprattutto, offerta per il proprio cuore". Viene da insistere ancora su questo concetto: nell’Anno del Rosario abbiamo tutti imparato – o reimparato meglio – a costruirci il "nostro Rosario", misurato sulle cadenze della personale esistenza di ciascuno e come raccogliendo l’invito di Giovanni Paolo II: "… il nostro cuore può racchiudere in queste decine del Rosario tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della Nazione, della Chiesa e dell’umanità. Vicende personali e vicende del prossimo e, in modo particolare, di coloro che ci sono più vicini, che ci stanno più a cuore. Così la semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana" (cfr. Angelus: Insegnamenti I (1978), 75-76, cit. in RVM, 2).
Così, ognuno di noi può, chiaramente, immaginare – pregando e contemplando – di rivivere il suo o il nostro Rosario. Perciò, pregheremo e contempleremo, in questo mese di Ottobre, con la certezza che i misteri della Passione, che formano la "corona dolorosa", culminano sì nel grido dell'Abbandonato da Dio sulla Croce; ma anche con la fede che – considerando retrospettivamente i misteri gaudiosi delle origini rivissuti nell'Incarnazione, e i misteri luminosi della contemplazione di Cristo, "luce del mondo" (Gv 8, 12) – essi stanno già tutti all'ombra della Passione; e sono, al tempo stesso, una "corona gaudiosa" e una "corona luminosa" solo se la grazia redentrice viene preventivamente ricevuta e accettata in vista della Croce. Guarderemo, però, anche avanti: alla quarta "corona gloriosa"; e questa ci svelerà ciò che era occultamente previsto nella Croce: la vittoria riportata da Dio sui nostri peccati nel corpo di Gesù Cristo e nel corpo di sua Madre, che ha sofferto con lui, nel mistero della sua com-passione. Solo allora il nostro Rosario – pregato e meditato insieme agli ultimi e per gli ultimi del mondo – avrà forte radicamento nelle origini dei misteri gaudiosi, nella contemplazione dei misteri luminosi, sicuro il passaggio dei misteri dolorosi, pieno il suo compimento nei misteri gloriosi. Bruno Simonetto |
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