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N. 10 ottobre 2004
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In contemplazione
del volto materno di Maria
![]() di ALBERTO RUM La pietas mariana nel ‘Tempo Ordinario’ La Chiesa ama sempre guardare a Maria, "pensando a Lei con pietà filiale e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo". Nel corso dell’anno, la Chiesa celebra con sacra memoria tutto il mistero di Cristo. In questa celebrazione annuale dei misteri della Redenzione "la santa Chiesa venera con particolare amore Maria santissima Madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l’opera della salvezza del Figlio suo: in Maria ammira ed esalta il frutto più eccelso della Redenzione, ed in lei contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa, tutta, desidera e spera di essere". È anche da notare che "oltre i tempi che hanno proprietà caratteristiche [Triduo pasquale, Tempo di Pasqua, di Quaresima, di Natale, di Avvento], ci sono 33-34 settimane, durante il corso dell’anno, le quali sono destinate non a celebrare un particolare aspetto del mistero di Cristo, ma nelle quali tale mistero viene piuttosto celebrato nella sua globalità, specialmente nelle Domeniche. Questo periodo si chiama ‘Tempo Ordinario’ ". Vi è, quindi, un ‘Tempo Ordinario’ anche nella pietas mariana. Diremmo che la Chiesa ami allora esprimere in modo più intimo, in spirito e verità, il suo filiale amore verso Colei che essa venera come Madre amatissima; diremmo che la Chiesa quasi ami soffermarsi più a lungo a contemplare il volto materno di Maria. Così, "pensando a Lei con pietà filiale e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, la Chiesa con venerazione penetra più profondamente nell’altissimo mistero dell’Incarnazione e si va ognor più conformando col suo Sposo" (LG 65). Sa bene la Chiesa che Maria, con materna carità, si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, e veglia sul loro cammino. Per questo, la Chiesa vive il ‘Tempo Ordinario’ della sua pietas mariana con animo tranquillo e sereno "come bimbo svezzato in braccio a sua madre" (Sal 130, 2).
Una devozione straordinaria nell’ordinarietà del tempo La ‘Memoria di Santa Maria in Sabato’ – sia nella Liturgia eucaristica che in quella delle Ore – è molto significativa a tale riguardo. Per la Chiesa, nessuna delle 33-34 settimane del ‘Tempo Ordinario’ deve trascorrere senza un caro affettuoso filiale pensiero verso la Madre nostra. Così anche la pietas mariana nel ‘Tempo Ordinario’ diviene un tempo forte della vera devozione che nasce dalla fede vera: una devozione straordinariamente ordinaria! Della straordinaria ordinarietà e quotidianità della nostra devozione a Maria ci è di modello, per analogia, l’esempio stesso della Beata Vergine Maria: la "donna feriale" che viveva sulla terra una vita comune a tutti. "Abbiamo mai pensato – si chiedeva Giuseppe Lazzati – a quello che potrebbe dirsi il carattere di secolarità della vita di Maria? A prescindere dall’aspetto miracoloso che tale vita presenta, essa può apparire la vita di una donna del suo tempo e nasconde l’essenza religiosa del suo stato di perfezione sotto l’apparenza della vita comune di sposa e di madre..." (cfr. Dossier Lazzati 25, p.62). Ciò detto, raccogliamo infine il pensiero di San Luigi Maria da Montfort, formatore sapiente di anime anche alla pietas mariana del ‘Tempo Ordinario’: "Quand’è che le anime respireranno Maria come i corpi respirano l’aria? Allora accadranno cose meravigliose su questa terra" (VD 217). "Solo nella misura con la quale ti servirai di questo ‘segreto’ nelle tue azioni ordinarie, potrai valutarne il pregio e l’eccellenza" ( Segreto di Maria, 1). Alberto Rum |
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