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N. 5 Maggio 2002
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La
nostra recita della corona
![]() di BRUNO SIMONETTO A Maggio, il
Rosario degli ultimi Nel Rosario ci viene svelato il volto mariano della Chiesa, riattualizzazione dei misteri di Cristo nel suo Corpo mistico. - La recita degli 'ultimi' che non sanno parole di preghiera devota, ma salmeggiano la vita con silenzi e pianti. Il sottotitolo dell'agile e prezioso volumetto su Il Rosario di Hans Urs Von Balthasar assicura: La salvezza del mondo nella preghiera mariana. E, quasi a prefazione del libro, il grande teologo svizzero scrive sull'Ave Maria tre pagine molto illuminanti per i 'rosarianti' di tutti i tempi: "…insieme con l'Angelo, noi possiamo salutare Maria per ordine di Dio e, insieme con Elisabetta, proclamarla continuamente beata perché "Dio è con lei" e in tal modo introdurci, pregando, nella sua risposta al Verbo divino, nel suo consenso, che non è più rivolto a lei, ma a Dio, insieme con lei. L'Ave Maria è addestramento e integrazione nella preghiera mariana-ecclesiale". Nelle pagine conclusive del testo l'Autore precisa lo scopo delle sue riflessioni: "Si tratta di liberare il Rosario da una specie di ristrettezza, estranea allo spirito di Maria, e alimentarlo con la pienezza dell'idea e dell'opera salvifica di Dio per il mondo. L'essenza e l'azione di Maria in tutto questo - spiega Von Balthasar - è la mediazione: tra Dio e il mondo, tra Cristo e la Chiesa, tra spirito e carne, tra i due modi di esistenza ecclesiale, tra il mondo dei santi e quello dei peccatori. Perché Maria si trova a tutti i crocevia, per indicare la strada".
Il riferimento è, dunque, sempre mariano; anche se la centralità dei misteri del Rosario è necessariamente cristologica: la titolazione stessa che Von Balthasar dà alle 'tre corone' è eloquente:
In tutte e tre queste 'corone' dei misteri è Gesù Cristo il 'protagonista principale e unico': 1) Le origini sono nel mistero dell'Incarnazione:
2) Il passaggio è la Via Crucis, mistero di Passione e Morte del Signore:
3) Il compimento dell'opera salvifica è l'effusione dello Spirito:
Il Rosario, riattualizzazione della storia della salvezza Se è teologicamente corretto parlare di Maria prototipo della Chiesa, è anche certo che nel Rosario ci viene svelato il volto mariano della Chiesa, riattualizzazione dei misteri di Cristo nel suo Corpo mistico, con la perpetua intima associazione di Maria a tali misteri che si compiono nel tempo. Maria che accoglie il Verbo di Dio (le origini della storia della salvezza e insieme della Chiesa), Maria nel mistero della Croce (il passaggio della storia dell'umanità redenta), Maria nel mistero della Risurrezione e dell'irruzione dello Spirito nel mondo (il compimento dell'opera salvifica, fino alla "ricapitolazione di tutte le cose in Cristo", cfr. Ef 1,10): ecco la dimensione biblico-teologica dei misteri del santo Rosario. Poi è da non dimenticare l'insegnamento dei Sommi Pontefici sul Rosario; particolarmente di Papa Paolo VI e di Giovani Paolo II. Paolo VI, richiamata la felice espressione di Papa Pio XII, che definiva il Rosario "compendio di tutto il Vangelo", nella Esortazione apostolica Marialis cultus scrive pagine dense di spiritualità e di devozione mariana (cfr. MC, 42-55) che tanto sollecitano la nostra continua riflessione. Di Giovanni Paolo II, il Papa del 'Totus tuus', basti ricordare la Lettera enciclica Redemptoris Mater "sulla Beata Vergine Maria nella vita della Chiesa in cammino": non è un documento espressamente riferito al santo Rosario, ma è un puntuale e ispirato commento ai misteri ricordati nello stesso. A conferma, basti citare lo schema di tale Lettera: Maria nel mistero di Cristo, la Madre di Dio al centro della Chiesa in cammino, la mediazione materna della Vergine Maria nella vita della Chiesa e di ogni cristiano. Le parole con le quali il documento di Giovanni Paolo II si chiude suonano, infatti, come un invito a restare in contemplazione e invocazione a Maria Madre del Redentore, della Chiesa e dell'umanità: "Mentre con tutta l'umanità si avvicina al confine tra i due millenni, la Chiesa, da parte sua, con tutta la comunità dei credenti e in unione con ogni uomo di buona volontà, raccoglie la grande sfida contenuta nelle parole dell'antifona sul 'popolo che cade, ma pur anela a risorgere' e si rivolge congiuntamente al Redentore e a sua Madre con l'invocazione: 'Soccorri!'. Essa, infatti, vede - e lo attesta questa preghiera (Alma Redemptoris Mater) - la Beata Madre di Dio nel mistero salvifico di Cristo e nel suo proprio mistero; la vede profondamente radicata nella storia dell'umanità, nell'eterna vocazione dell'uomo, secondo il disegno provvidenziale che Dio ha per lui eternamente predisposto; la vede maternamente presente e partecipe nei molteplici e complessi problemi che accompagnano oggi la vita dei singoli, delle famiglie e delle nazioni; la vede soccorritrice del popolo cristiano nell'incessante lotta tra il bene e il male, perché 'non cada' o, caduto, 'risorga' " (cfr. MC 52).
Il Rosario degli ultimi Un sacerdote comasco, Giovanni Valassina, ha scritto un libretto titolandolo Il Rosario degli ultimi, con la specificazione di avere soltanto inteso suggerire 'una preghiera povera per i poveri, per gli anonimi, per i povericristi del nostro tempo; per gli 'ultimi' che non sanno parole di preghiera devota: che salmeggiano la vita con silenzi, pianti, urla'. Così la corona del 'Rosario di Maria' si intreccia con gli eventi lieti o tristi, di gioia o di sofferenza, di successi o di fallimenti nella nostra esistenza quotidiana: 1) Misteri gaudiosi: l'Annuncio dell'Angelo a Maria può essere una piccola cronaca familiare: "Mamma, aspetto un figlio!"; la Visita a Sant'Elisabetta può significare il Magnificat per ogni giorno: "Signore, sono contento di essere al mondo"; Gesù che nasce può essere il vagito di un bimbo che si voleva abortire, o magari un'ereditarietà che spaventa: un figlio nato mongoloide; la presentazione di Gesù al Tempio, un canto offertoriale di Assemblea liturgica: "Tra le mani non ho niente, / spero che mi accoglierai…"; il ritrovamento di Gesù richiama un (presunto) cammino della libertà: "Papà, mi sposo quando, come e con chi voglio!", oppure un ravvedimento di figlio, come Sant'Agostino, figlio delle lacrime di sua madre. 2) Misteri dolorosi: Gesù che prega e suda sangue nel Getsemani è un Rosario pregato in una corsia di Ospedale, o uno sfratto esecutivo o, ancora, l'esito positivo di una biopsia temuta; Gesù flagellato è, semplicemente, l'Ecce homo! della cronaca nera di tutti i giorni; Gesù incoronato di spine è il volto indecifrabile del povero 'vucumprà' di casa nostra, o forse il marito (o la moglie) scoperti di avere un'amante; Gesù che porta la Croce è, comunque, la nostra Via Crucis di ogni giorno: la malattia, la sofferenza morale o fisica, la povertà, la 'mobilitazione samaritana' a vita della famiglia di un handicappato, le crisi di astinenza dall'alcool o dalla droga, una vita da barboni o da apolidi; Gesù che muore sulla Croce sono tutti i Rosari alla Vergine "in hora mortis nostrae", sono gli antichi e nuovi 'olocausti' della storia di sempre, sono i cadaveri non identificati, gli ultimi più ultimi, o magari (c'è da sperarlo) è il canto della fede cristiana dei graffiti delle catacombe romane: "Vivas in Deo!", Addio!, A Dio!
3) Misteri gloriosi: Cristo Risorto sono magari le piccole parole di piccole risurrezioni: promosso / congedato / guarito / assunto…, o, più impegnativamente, l' "Io ti assolvo, va' in pace!" detto a un figlio prodigo che torna alla casa del Padre, o è la gioia di chi 'è felice come una Pasqua'; Gesù che ascende al Cielo è vivere con i piedi in terra e con il cuore in Cielo (come don Bosco suggeriva per il buon-vivere); la discesa dello Spirito Santo su Maria e sugli Apostoli è il canto di Neemia: "la gioia del Signore è la nostra forza" (Ne 8, 10), o la contemplazione di una Claustrale; Maria assunta in Cielo è per ogni umanità crocifissa una ouverture alla Paternità di Dio: un figlio distrofico non ha minorazioni per Dio, o è il Magnificat che conclude il Miserere, il De profundis che ascende al Te Deum; Maria incoronata Regina degli Angeli e dei Santi è il tesoro dei poveri: un cero, un fiore, un'Ave Maria, è la lode a Maria in tutti i toni dell'umanità: 'Salve, Regina!'. Ecco un'antologia di possibili misteri meditati del 'Rosario degli ultimi'. Ognuno, chiaramente, può immaginare - pregando e contemplando - di rivivere il suo e il nostro 'Rosario degli ultimi': quello di noi credenti cui è dato di vivere in tempi di poca fede e di incerta speranza. Pregheremo e contempleremo, in questo mese di Maggio d'inizio Millennio, con la certezza che i misteri della Passione, che formano la "corona dolorosa", culminano sì nel grido dell'Abbandonato da Dio sulla Croce; ma anche con la fede che, considerando retrospettivamente i misteri gaudiosi (che Hans Urs Von Balthasar chiama dell'origine) essi stanno già tutti all'ombra della Passione, e sono una "corona gaudiosa" solo se la grazia redentrice viene preventivamente ricevuta e accettata in vista della Croce. Guarderemo, però, anche avanti: alla terza "corona gloriosa"; e questa ci svelerà ciò che era occultamente previsto nella Croce: la vittoria riportata da Dio sui nostri peccati nel corpo di Gesù Cristo e nel corpo di sua Madre, che ha sofferto con lui, nel mistero della sua com-passione. Solo allora il Rosario di noi ultimi, pregato e meditato insieme agli ultimi e per gli ultimi, avrà forte radicamento nelle origini dei misteri gaudiosi, sicuro il passaggio dei misteri dolorosi, pieno il suo compimento nei misteri gloriosi. Ma vogliamo annoverare tra gli ultimi anche la gente semplice di altri tempi delle nostre campagne, risentendo il suono di poesie dove figure care al nostro ricordo sono i protagonisti.
Intanto La chiesa a Maggio di R. Calleri:
Poi, Ave, Maria di G. Colli:
Infine, la bellissima poesia Avevo due rosarii di Ada Negri, suggerita dalla dolce immagine della madre che riposa in pace con il rosario tra le mani, ultimo oggetto che porteremo con noi nel viaggio all'eternità: E gran pace / finalmente / in cuore. Bruno Simonetto |
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