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N. 8/9 agosto-settembre 2007
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Amici lettori Una rivista per conoscere e amare MariaMese mariano e nascita della Vergine Madre di Dio. Mi sono subito abbonato e ringrazio Maria per avermela fatta conoscere, e lei e tutta la redazione e tutti i collaboratori per il lavoro con passione grandissima profuso e speso in questa bellissima rivista. Ho appena letto a pagina 27 l’articolo di Bruno Simonetto, al quale va tutto il mio profondo grazie. Avrei due richieste da farle: 1) avere una copia di quella bellissima "Madonna del
libro" che esprime "tutto" su quell’atteggiamento
riflessivo di Maria verso la Parola cioè verso Dio, portandosela in
grembo cioè nel cuore. Bellissimo, meraviglioso veramente! Purtroppo, ricevendo la rivista solamente da tre mesi, ho perso e non sono in possesso di tutti gli altri fin dall’inizio. Mi piacerebbe averli tutti assieme. Sarebbe veramente un bel corso di mariologia da tenere, nei miei incontri di formazione al personale e ai capi albergo dell’Unitalsi e a tutti coloro che desiderano sentire parlare di Maria in modo nuovo, anche nelle parrocchie. Ho 57 anni, sto andando in pensione e così mi sto dedicando e frequentando una scuola di teologia, e di più cerco con grande sete di conoscere e amare Maria. Rinnovo la mia grande gioia nel ricevere la rivista, prego per voi perché possiate continuare in questa bellissima e grandissima missione. Valerio Scalco ** Ringraziamo per la stima che ci attesta il nostro lettore, che si rivela anche un attento osservatore dei dettagli. Ha colto bene lo scopo che anima la nostra rivista: far conoscere e amare Maria, avendo al contempo un solido fondamento dottrinale e spirituale. Impresa non sempre facile, ma che ci auguriamo possa progredire anche con il contributo dei lettori. Sarebbe interessante sentire altre osservazioni.
Quale differenza tra visione e apparizione?
Assunta di Giugliano ** Sin dai primi sviluppi del cristianesimo si sono sempre avute notizie di apparizioni e visioni della Madre di Dio che la Chiesa, attraverso un prudente e saggio magistero, ha sempre vagliato e autenticato come vere o non vere manifestazioni della sua presenza materna. Quanto alla sua domanda, esiste una precisa differenza fenomenologica tra un’apparizione e una visione. Il linguaggio biblico ci offre una prima e fondamentale distinzione: la visione viene intesa come esperienza soggettiva, mentre l’apparizione è concepita come un evento oggettivo. Giandomenico Mucci con brevi parole distingue e delinea la natura delle visioni e apparizioni: «con il termine visione si intende la percezione soprannaturale di un oggetto, che è naturalmente invisibile per l’uomo, e col termine apparizione la manifestazione sensibile di una persona o di un essere la cui presenza, nelle precise circostanze nelle quali si produce, non può essere spiegata secondo il corso ordinario della natura. La visione, dunque, non implica necessariamente l’esperienza reale, ossia la presenza attuale, del suo oggetto. L’apparizione la suppone, sicchè appartiene alla sua nozione il fatto che l’oggetto si manifesti ai sensi esterni» (cf Rivelazioni private e apparizioni, Elledici, 2000). Non bisogna dimenticare, infine, che le apparizioni rientrano tra le
cosiddette "rivelazioni private" (alcune delle quali
riconosciute e accolte dalla Chiesa) e che quindi non appartengono al
deposito della fede (cf Catechismo della Chiesa cattolica n. 67).
Esse possono solo aiutare a vivere più pienamente la rivelazione
definitiva di Cristo e non a superarla o correggerla (Compendio n.
10).
Il Direttore |
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