Tutto iniziò dalla
proibizione di uscire da solo in bicicletta la sera. Era questione di
freddo? Bastava coprirsi. Per Gigi i pericoli non esistevano: lui era un
forte! E poi, perché bisognava credere a qualcuno: lui sapeva già tutto!«Sei
un ficcanaso, devi sempre vedere e toccare tutto per crederci. Lo dice anche
la mamma».
«Non è vero; e poi io sono uno "scientifico" e
gli scienziati devono provare tutto».
«Ma dài! Se la Tv dice che uno ha rubato, tu ci credi
anche se non hai visto! Se la mamma dice che non si deve uscire da soli in
bici la sera, ti devi fidare...». Il dialogo tra Anna e Gigi era
serratissimo: lui non credeva mai a quello che gli altri dicevano, si fidava
solo di se stesso, e a volte era più testardo di un mulo.
«La mamma dice che tu vedi solo le cose alla tua misura,
cioè da piccolo; e così rimarrai piccolo di cervello anche se hai il
quaranta di piede!».

Imparare a fidarsi!? Per Gigi la cosa non era certo
facile: troppe volte gli chiedevano di credere a cose che lui non capiva.
Intanto, nel parlare, la voce di Anna raggiunse diecimila
decibel, così che nonno Matteo e la suora del gruppo di catechismo
ascoltarono e intervennero.
«Come fai allora a credere in Gesù che dice cose tanto
grandi? Dice che abbiamo vicino un Padre che ci vuole bene, che lui è
risuscitato, che un giorno anche noi risusciteremo con lui... Gli apostoli
ce lo hanno raccontato e scritto, ma queste cose, oggi, non le puoi toccare
o vedere: o ci credi o non ci credi!».
«Suor Chiara», disse il nonno, «Gigi non può crederci
perché prega poco, parla poco con il Signore, legge poco il Vangelo e il
"poco" non porta a cose belle e grandi. Il poco non fa crescere».
Quella pettegola di Anna approfittò subito per dire che
lei credeva in Gesù, proprio tanto, e diceva le preghiere ogni sera. E il
nonno? Il nonno non la guardò nemmeno, invece fece una carezza a Gigi,
mentre lui, in cuor suo, aveva già deciso di fermarsi ogni giorno un
momento nel silenzio della sua chiesa; era sicuro: il Signore gli avrebbe
regalato la fede in cose grandissime. «Chissà», pensò, «poi, forse,
riuscirò a fidarmi degli altri. Anche di Anna...».
