|
|
Si
torna a parlare dei famosi (o famigerati) 650 mila euro per lo studio di
fattibilità per migliorare la strada Alba-Cairo. A tornare sull’argomento
è Enrico Pregliasco, presidente della comunità montana Langa delle
Valli: «È necessario fare chiarezza sullo stato dei fatti e sulla
posizione della Giunta della Comunità montana. Forse lo stesso Angelo
Bogliacino, che molti interrogativi ha posto qualche settimana fa dalle
colonne di Gazzetta, è anche la persona più titolata a dare le
risposte alle sue stesse domande, poiché l’assegnazione dei 650.000
euro per lo studio di fattibilità risalgono al 2003, quando egli era
vicepresidente dell’ente montano».
Ora, il fatto (accertato anche attraverso un autorevole parere legale
chiesto dalla Giunta) è che, precisa Pregliasco, «purtroppo, nonostante
quei fondi siano stati destinati dal Ministero dell’economia nel 2003,
non sono mai stati impegnati nel bilancio ministeriale entro il 31
dicembre 2003, a causa della documentazione non completa. Mancava infatti
la convenzione con le Province di Cuneo e Savona».
Continua Pregliasco: «È vero che lo stesso Dipartimento per le
politiche di sviluppo affermava, in una nota del 18 settembre 2003, che la
domanda di ammissione al contributo poteva essere presentata con riserva
di produrre successivamente la convenzione, ma è anche vero che il
medesimo Dipartimento non aveva assunto alcun impegno circa il fatto che
una simile domanda "incompleta" sarebbe stata ammessa al
contributo e che quindi il relativo impegno nel bilancio ministeriale
sarebbe stato assunto entro il termine utile. Poi, per effetto del decreto
legislativo del 12 luglio 2004, che prevede il taglio dei residui non
impegnati in bilancio entro il 31 dicembre (detto non a caso "decreto
tagliaspese"), tali fondi non possono più essere impegnati a
bilancio».

A sinistra: il presidente della "Langa
delle Valli" Enrico Pregliasco;
a destra, l’ex vicepresidente dell’ente montano Angelo Bogliacino.
«Attraverso questo parere legale si chiarisce definitivamente che quei
650 mila euro non sono bloccati o "congelati", ma non sono mai
stati messi a bilancio dal Ministero. Abbiamo presentato un ricorso al
Tar, per cercare di recuperare un qualche risarcimento per la carente
comunicazione del Dipartimento del Ministero nei confronti della Comunità
montana, che ha determinato la complessa situazione attuale. Non penso sia
giusto, oggi, attribuire colpe a qualcuno, anche perché se ci sono state
colpe e ritardi, questi risalgono al 2003. Forse, se davvero si poteva
fare qualcosa per avere quei fondi, bisognava farlo prima della fine del
2003, soprattutto da parte di chi aveva ben chiaro il problema e che
invece se ne è tirato fuori dimettendosi dall’ente», sottolinea
Pregliasco.
Conclude il Presidente dell’ente montano: «La Comunità montana ha
svolto pienamente il suo ruolo, tant’è che ha impegnato quei fondi a
bilancio entro il 31 dicembre 2003, mentre il Ministero non ha proceduto
in modo analogo e ha creato confusione con le sue comunicazioni poco
chiare. La vicenda dei 650.000 euro è nata e si è conclusa nel 2003,
quindi ben prima che l’attuale Direttivo della Comunità montana fosse
eletto». La Langa delle Valli, annuncia il Presidente, ha avviato
diverse azioni per riprendere il progetto di riqualificazione della
viabilità lungo la provinciale 429-variante Valle Uzzone, anche grazie
alla spinta dell’assessore (e sindaco di Castelletto Uzzone), Anna Maria
Molinari. «Abbiamo chiesto un finanziamento al Ministero dell’economia
per dare avvio agli studi di fattibilità per gli interventi utili a
migliorare la scorrevolezza ed eliminare i pericoli su quella tratta».
Identica determinazione viene posta dalla Giunta nella realizzazione di
altri interventi per migliorare la viabilità, a cominciare dal passaggio
a livello di Cengio. Precisa Pregliasco. «Non vedrei nulla di sbagliato
se la Comunità montana prendesse una posizione per eliminare anche questa
barriera ai collegamenti viari di valle».
Valeria Pelle

La Comunità collinare effettuerà una mappatura
delle aree a rischio, da sottoporre a costante controllo
Uniti contro
la flavescenza
di
ALESSANDRO CASSINELLI
Si
è svolto martedì 11 aprile, presso l’Enoteca regionale del Roero, un
incontro importante, forse decisivo, per studiare strategie di lotta al
problema della flavescenza dorata della vite. Nel corso dell’ultima
assemblea della Comunità collinare del Roero era emersa infatti l’esigenza
di una politica coordinata fra i 22 Comuni del Roero, con l’obiettivo di
monitorare la situazione nelle campagne e di prevenire la diffusione dell’insetto
vettore responsabile della malattia. All’incontro hanno partecipato
tutti i sindaci e le Commissioni agricoltura dei Comuni del Roero; hanno
relazionato Ivano Scapin, dirigente del Settore fitosanitario della
Regione Piemonte, coadiuvato dal tecnico Paola Gotta, oltre ai
responsabili di zona incaricati dalla Provincia di Cuneo Giovanna Canale e
Giovanni Viglione.
Dalle relazioni è emerso che il Roero è zona ad alto rischio di
esplosione del morbo, che ha un’incubazione piuttosto lunga, che può
durare per anni. «Occorre pianificare una radicale e capillare campagna
di informazione e di controllo», ha sottolineato Ivano Scapin, «con la
flavescenza si deve imparare a convivere, come hanno fatto in Francia o in
Veneto».

Occorre tuttavia fugare alcuni dubbi, che si insinuano anche fra i
tecnici di settore. «Le più recenti ricerche dimostrano in maniera
inconfutabile che la flavescenza colpisce in via esclusiva le viti e si
diffonde solo grazie a esse. Non c’è pericolo per i boschi e per i
terreni lasciati a gerbido», ha dichiarato Scapin. Non occorre dunque
(per fortuna) radere al suolo ogni manifestazione vegetale spontanea, ma
tenere sotto controllo ogni spanna di vigneto.
Anna Becchis, presidente della Comunità collinare, ha commentato: «Non
è problematica la situazione per la viticoltura professionale, dove vi è
stata informazione e dove il livello di preparazione degli operatori è
molto elevato, quanto piuttosto mi preoccupano i non professionisti, che
magari hanno lasciato perdere la coltivazione del loro piccolo
appezzamento».
Ricordiamo che la lotta alla flavescenza dorata è obbligatoria per
legge: i trasgressori commettono dunque un reato penale e sono puniti con
ammende da 500 a 2.000 euro. Occorre dunque grande attenzione da parte dei
privati cittadini. Le soluzioni sono l’estirpo o il trattamento: per
entrambe, è consigliabile rivolgersi prima ai tecnici del proprio Comune,
per avere indicazioni più precise sulle normative vigenti, su eventuali
aiuti e sulle modalità di somministrazione dei fitofarmaci.
«L’anno scorso la Comunità collinare è intervenuta con i manifesti
informativi. Quest’anno faremo di più», ha dichiarato Anna Becchis. Di
concerto con i 22 Comuni del Roero, infatti, si concorderà una vasta
operazione di monitoraggio del problema, una sorta di mappatura del
territorio con l’indicazione dei siti più a rischio. Non sono ancora
chiare le modalità: si parla, solo a titolo informale, di affidare l’operazione
a una società di screening del territorio, anche se ciò
comporterebbe una spesa non indifferente per le casse della Comunità
collinare. La fase sanzionatoria, in questo caso, spetterebbe in un
secondo momento alla Regione Piemonte. I tempi, però, sono piuttosto
brevi (a maggio si iniziano i primi trattamenti).
«Ci dobbiamo muovere insieme con grande senso di responsabilità e
unità di intenti», ha concluso la Becchis. «C’è da salvare una
grande economia e un patrimonio inestimabile di territorio».
Alessandro Cassinelli
|