Da
Avvenire a Liberazione, dai settimanali diocesani ai quotidiani
locali, tutti uniti per la libertà d’informazione. Il tavolo di
coordinamento nazionale "Media no profit" riunisce testate
giornalistiche e agenzie d’informazione che fanno capo a cooperative o
piccoli editori senza scopo di lucro. Un ventaglio di proposte editoriali
che, anche se soddisfa milioni di lettori, è messo costantemente all’angolo
dai "poteri forti". Per ragionare insieme dei numerosi problemi
che investono il mondo dell’informazione medio-piccola, amministratori e
direttori di giornali d’informazione, di idee e del terzo settore, si
sono incontrati a Roma l’8 aprile.
«Non chiediamo privilegi e assistenza», ha esordito
Roberto Massimo, presidente del Consis (Consorzio servizi settimanali
cattolici della Fisc), «solo considerazione e pari dignità». Una
dignità al momento negata, tanto dalle istituzioni quanto dal mercato.
Lasciata ai margini della raccolta pubblicitaria,
ignorata dalle Poste, schiacciata dal peso della burocrazia, l’editoria
medio-piccola cerca di fare quadrato per resistere.
In ballo non ci sono i problemi economici delle testate,
ma la stessa libertà d’informazione: «Una società che non favorisce
la democrazia informativa è destinata a perdere una parte importante di
sé», ha ammonito Massimo. Il Presidente del Consis ha sollecitato le
istituzioni a intervenire: «Finora abbiamo visto molta disponibilità
teorica e pochissimi fatti. Non sempre le riflessioni fatte hanno trovato
rispondenza in scelte normative e legislative adeguate. All’opposto,
più si va avanti e più oneri si incontrano».
I numerosi addetti ai lavori presenti, compresa una
significativa rappresentanza di direttori della Fisc (Federazione italiana
dei settimanali cattolici) e amministratori del Consis, fra i quali il
presidente della Fisc don Vincenzo Rini e un delegato del vicepresidente
Francesco Zanotti, hanno confermato le difficoltà. I sostegni all’editoria
sono stati rinnovati due anni fa, ma una burocrazia soffocante continua a
tarpare le ali agli editori. Il mercato pubblicitario si concentra su
televisioni e grandi quotidiani, lasciando agli altri poche briciole.
Ma il problema più sentito è il rapporto con le Poste.
L’azienda è "costretta" per legge a praticare sconti sull’invio
dei giornali, ma i fondi stanziati a questo proposito dallo Stato non
bastano per tutti e così molti vecchi beneficiari, complice l’interpretazione
restrittiva di decreti e circolari, si vedono applicare la tariffa intera.
«Come Poste, inutile negarlo, siamo interessati a fare
sconti ai grandi editori. Su questo punto non vedo alcuna possibilità per
i medio-piccoli», ha affermato candido Giuseppe Pantano, direttore della
Divisione corrispondenza di Poste italiane.
Purtroppo anche dal Governo non giungono buone nuove.
Anzi, non ne giungono affatto. All’assemblea è mancata infatti la
presenza di Mauro Masi, capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria
della Presidenza del Consiglio, cosa questa che è dispiaciuta ai
presenti.
Michelangelo Bucci