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Un’altra polemica
sulla giustizia, che stavolta spacca pure la Casa delle libertà. Il
guardasigilli Roberto Castelli perora la riforma del diritto di famiglia,
con l’assegnazione della competenza in materia ai soli Tribunali dei
capoluoghi di provincia. Insomma, per separazioni e divorzi occorrerebbe
andare da Alba e Bra a Cuneo. Il presidente dell’Ordine degli avvocati,
il braidese Mario Ternavasio, fa il punto della situazione e chiarisce
che, forse, si troverà il modo per salvaguardare gli uffici giudiziari
"minori".
C'è
poco da fare: in Italia il tema della giustizia è destinato a essere un
costante campo di battaglia politica e non solo. Come se non bastassero le
ormai stucchevoli diatribe già note, ne sta emergendo un’altra, capace
addirittura di spaccare la Casa delle libertà, che di solito sulla
questione, avendo il dente avvelenato con la Magistratura, si mostra
compatta, almeno nelle dichiarazioni pubbliche.
Non è così per la riforma del diritto di famiglia
perorata dal guardasigilli Roberto Castelli. L’intenzione è di
istituire Tribunali specializzati basati solo nei capoluoghi di provincia,
che sottrarrebbero competenze agli uffici giudiziari minori. Detto in
soldoni, se passasse la proposta, albesi e braidesi per le cause di
separazione e divorzio dovrebbero recarsi a Cuneo.
La cosa non è piaciuta a diversi parlamentari del
centrodestra, che nella Commissione giustizia della Camera si sono opposti
al progetto, suscitando la ferma reazione del Ministro, il quale ha detto
che è deciso ad andare avanti a testa bassa, ma nel contempo ha offerto
una scappatoia, affermando che potrebbero essere create delle sezioni
itineranti, per cui sarebbero i giudici a spostarsi da una sede all’altra.
Il dibattito romano ha avuto un immediato riverbero
locale. Nella nostra zona magistrati, avvocati e amministratori si sono
posti una serie di domande. Possiamo elencarle così: il Tribunale di Alba
perderà la competenza in materia di separazione e divorzio? A che punto
è la riforma legislativa? Come mai Alba è tornata nel novero dei
cosiddetti piccoli Tribunali? Si è fatto qualcosa per non perdere la
competenza dei nostri uffici giudiziari in materia di diritto di famiglia?
Abbiamo "girato" questi quesiti all’avvocato
braidese Mario Ternavasio, presidente dell’Ordine degli avvocati del
Foro di Alba. Ecco il testo della sua presa di posizione.
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PRESIDENTE.
L’avvocato braidese
Mario Ternavasio
guida l’Ordine forense di Alba.
L’abbiamo interpellato
sulla questione della riforma
del diritto di famiglia.
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«Esiste un disegno di legge per la riforma dell’ordinamento
giudiziario. Esso riguarda anche la revisione delle circoscrizioni, cioè
dei territori su cui gli uffici giudiziari esercitano la competenza. Negli
ultimi anni, a prescindere dalla colorazione politica, i governi che si
sono succeduti hanno sempre manifestato l’intenzione di ridurre il
numero dei Tribunali. Per raggiungere tale scopo, le strade sono due. La
prima prevede l’eliminazione di Tribunali che abbiano uno scarso bacino
d’utenza; la seconda, la trattazione di alcune materie solo presso gli
uffici giudiziari più importanti, in genere situati nei capoluoghi di
regione e di provincia. È evidente che, nell’un caso come nell’altro,
a essere sacrificati o svuotati d’importanza sarebbero i Tribunali
minori. A ciò si è sempre opposta l’avvocatura, perché la
soppressione di uffici o la riduzione delle materie da essi trattate si
tradurrebbero in denegata giustizia per una gran massa di cittadini. Si
aggiunga che, se esiste qualche raro esempio di funzionamento del processo
secondo medie ritenute accettabili in ambito europeo, questo si riscontra
presso i Tribunali minori, dove i problemi dei cittadini trovano
attenzione e maggior celerità di soluzione. Né l’operazione di
soppressione può essere attuata con manovre di svuotamento delle
competenze, poiché non avrebbe senso mantenere in vita strutture che
servano a rendere servizi puramente marginali. Sono state così
sollecitate le Commissioni giustizia della Camera e del Senato, affinché
sospendano ogni decisione riguardante le circoscrizioni giudiziarie, in
attesa che un comitato di studio compia un’indagine scrupolosa sul
territorio, sui carichi di lavoro degli uffici, sul loro funzionamento,
sulle realtà sociali ed economiche, sulla diffusione della criminalità,
ecc. Il sollecito è stato accolto. Anche con riferimento all’istituzione
dei Tribunali di famiglia o di altri tribunali specializzati, l’avvocatura
ha consigliato di non sopprimere gli uffici giudiziari che abbiano modesti
bacini d’utenza e di costituire "sezioni itineranti" composte
da magistrati che si rechino là dov’è necessario rendere giustizia,
senza obbligare i cittadini ad affrontare gravose trasferte. In tal modo,
anche la presenza dello Stato su tutto il territorio nazionale sarà più
avvertita. Aggiungo, da ultimo, che verbalmente l’attuale Ministro della
giustizia ha espresso l’intenzione di istituire sezioni specializzate in
non meno di 130 Tribunali e sezioni itineranti che operino presso i
rimanenti. La relazione tecnica al disegno di legge per la riforma dell’ordinamento
giudiziario prevede però la copertura finanziaria per non più di cento
uffici. Come si può comprendere, di definitivo non c’è ancora nulla e
ogni proposito di soppressione di sedi giudiziarie incontra sempre forti
ostacoli da parte dei rappresentanti politici delle popolazioni
interessate. Così delineati sinteticamente i problemi d’ordine
generale, per quel che riguarda in particolare Alba, mi pare che il nostro
Tribunale, da sempre considerato "minore" perché non situato in
un capoluogo di regione o di provincia, sia tuttavia importante per
ampiezza di territorio, numero di utenti e di cause trattate. Non credo,
quindi (e in tal senso si è espresso di recente il sottosegretario di
Stato alla giustizia Michele Vietti), che esso rientri tra le sedi
giudiziarie destinate a subire sacrifici».
c.p.
Presto il nuovo
Presidente del Tribunale
Negli ambienti giudiziari albesi e
braidesi da tempo circola il nome del nuovo presidente del
Tribunale. Entro breve, il Consiglio superiore della Magistratura
e, in seguito, il Guardasigilli, dovrebbero assegnare l’incarico
di sostituire Luciano Panzani, promosso l’estate scorsa alla
Corte di cassazione, a Roma, al dottor Agostino Triminì,
attualmente applicato presso il Tribunale di Torino, come
procuratore generale, dopo essere stato a Saluzzo.
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