A Roma si è svolta l’ultima Conferenza dei servizi
per l’autostrada, quella sul lotto 2.5, con il tunnel sotto il
Tanaro. Resta da decidere se il casello di Alba ovest sarà spostato verso
Verduno. È molto probabile la contestuale realizzazione della variante da
Cantina Roddi a corso Cortemilia.
E con questa
abbiamo finito. Il 13 marzo, a Roma, presso il Ministero dei lavori
pubblici, si è svolta l’ultima Conferenza dei servizi sui lotti dell’autostrada
Asti-Cuneo. Il commissario straordinario incaricatodi seguire la
procedura, l’ingegner Carlo Bartoli, insediato nel 2000, ha portato a
compimento una parte importantissima del suo compito nei tempi previsti.
La scorsa settimana è arrivato il "sì" definitivo al progetto
riguardante il territorio di Alba, comprensivo del tunnel di 3.500
metri in doppia canna che passerà sotto lacapitale delle Langhe e della
sistemazione della tangenziale attuale, prolungata fino allaprovinciale
che collega Baraccone di Castagnito a Neive.
Alla riunione hanno preso parte i sindaci di Alba,
Giuseppe Rossetto, di Guarene, Emilio Cravanzola, e di Castagnito, Anna
Becchis Vezza, il vicepresidente della Provincia di Cuneo, Franco Revelli,
vari funzionari ministeriali e regionali e i progettisti della società Selpro.
L’opera potrà essere variata in sede di redazione della
progettazione esecutiva, ma non sarà più necessario convocare la
Conferenza, poiché si tratterà, eventualmente, solo di sopprimere uno
dei due caselli previsti, a patto che tutti gli enti interessati, a
iniziare dai Comuni, siano d’accordo.
Ma procediamo con ordine. Per farlo, occorre segnalare
una volta di più il ruolo fondamentale svolto da Revelli.

"DEUS EX MACHINA". A Franco Revelli (foto), va
gran parte del merito
della soluzione della questione "Asti-Cuneo", ma sindaci,
Regione e parlamentari hanno fatto la loro parte.
L’avvocato Rossetto, che milita nella parte avversa,
esprime riconoscenza all’esponente dei Ds: «Il Vicepresidente della
Provincia, in un’ottica di completa e fattiva collaborazione con le
Amministrazioni municipali, è stato determinante nel proporre soluzioni a
questioni molto delicate che rischiavano di bloccare l’iter dell’autostrada.
La sua competenza generale e la profonda conoscenza dell’argomento
specifico, nonché la passione che lo accompagna, hanno fatto il resto. Da
quando sono sindaco, ho constatato l’insostituibile ruolo svolto da
Revelli e di questo gli sono grato, pur senza dimenticare quanto hanno
fatto la Regione e i parlamentari espressione del nostro territorio. Su
questo tema, la sinergia è stata completa e si è riusciti a superare le
divisioni partitiche e le gelosie personali».
Gazzetta, i cui cronisti hanno
seguito passo passo l’evoluzione della questione, può aggiungere a
ragion veduta che, quando si metterà la parola fine alla storia dell’autostrada,
con l’aperturadell’ultimo tratto dell’Asti-Cuneo, bisognerà che in
qualche modo i meriti di Revelli siano tramandati ai posteri.
Nella capitale, con il lotto 2.5, è passata la
soluzione (anticipata da Gazzetta alcuni mesi fa, con la
pubblicazione del tracciato) che, pur comportando un notevole aumentodei
costi, avrà il minor impatto ambientale, specie sulla sinistra Tanaro,
consentendo di mantenere l’uso della tangenziale per il traffico locale.
Il tunnel, per il quale non ci saranno i seri problemi geologici
comportati dal traforo previsto nel lotto successivo, il 2.6 che passerà
nel territorio di Verduno e servirà il nuovo ospedale, inizierà al
Mogliasso e sbucherà nella zona della casa circondariale.
Il terreno marnoso sotto il Tanaro dovrebbe facilitare
le operazioni. Al momento sono previstii caselli diAlba esta Castagnito e
Alba ovest a Cantina Roddi. Però, se ci sarà unanimità di pareri
(al riguardo Revelli sta per fissare una riunione fra gli enti locali
interessati), il secondo potrà essere soppresso, provvedendo all’unificazione
con quello di Verduno, studiato per consentire l’accesso al futuro
nosocomio di Alba-Bra.
«È l’ipotesi che caldeggiamo», spiega Rossetto. «Essa
eviterebbe la presenza di due caselli in poco più di un chilometro e
mezzo e ridurrebbe lo sfruttamento dei terreniagricoli, andando incontro
ai rilievi dei cittadini le cui proprietà sono coinvolte». In realtà,
raggiungere l’obiettivo non è semplice, perché sul piatto c’è la
questione della variante ovest alla (ex) statale numero 29.

Il primo cittadino di Alba, ben spondato da Revelli,
infatti ha portato a casa un altro successo importante: pur non facendo
parte del progetto relativo all’Asti-Cuneo, il nastro d’asfalto fra
Cantina Roddi e corso Cortemilia, il cui progetto preliminare è stato
messo nero su bianco a cura della Sitraci, guidata dal
Vicepresidente della Provincia, è stato allegato agli atti, essendo
considerato "pertinente". Cosa significa? «Se al momento non
esiste il finanziamento pubblico, il passo ufficiale compiuto in
Conferenza dei servizi rende pressoché certo che la seconda tangenziale
della città (per la terza, da Racca di Guareneaviale Cherasca, le
certezze sono ben inferiori, ndr) sia inserita nel pacchetto di
opere collaterali realizzato dalla società privata che, con ogni
probabilità, eseguirà il lotto autostradale», gongola Rossetto.
Entro giugno dovrebbe essere formalizzata l’assegnazione
alla Satap del tratto fra Asti e Alba, considerato un’estensione della
Torino-Alessandria-Piacenza, e all’Ats (Autostrada Torino-Savona) di
quello fra la capitale delle Langhe e Marene, funzionale all’A6, mentre
per la bretella Massimini di Carrù-Cuneo è annunciato il ricorso a un project-financing,
con bando europeo. La Satap, che informalmente si sarebbe già
dichiarata disponibile a costruire pure la variante, anche perché essa
garantirebbe un migliore e maggiore afflusso all’autostrada, deve però
contemperare i propri interessi alla richiesta di spostare il casello di
Alba ovest verso Verduno. È il nodo della faccenda: il progetto sarà
cambiato come vuole il Comune di Alba solo se si riuscirà a coordinare
esigenze contrapposte. Altrimenti le cose resteranno così come sono
previste oggi.
Rossetto è soddisfatto anche per un ulteriore obiettivo
raggiunto: «Il via libera al lotto 2.5 comporta
automaticamente una priorità assoluta al completamento della messa in
sicurezza del Talloria. L’occasione è storica. A fine aprile partirà
un altro lotto, per un importo di tre miliardi di lire, relativo a
interventi verso la nostra città. Ma risultavano scoperte tutte le opere
da eseguire sull’alveo del torrente a monte di Gallo. In virtù delle
decisioni prese in Conferenza dei servizi, la Regione ha il dovere di
stanziare i fondi per consentire un intervento complessivo e definitivo:
nei prossimi giorni, l’Assessorato retto da Caterina Ferrero deve
ripartire i fondi disponibili e confidiamo che arrivino ottime notizie.
Frattanto, stiamo pensando pure al Riddone, sul quale è in avvio un nuovo
intervento, del costo di 3 miliardi e 250 milioni di lire».
Claudio Puppione