Uno strano
fenomeno, dovuto alla crisi economica che da anni soffoca ogni tentativo
di sviluppo in Argentina, si sta registrando sulle colline di Langa e
Roero. Si tratta del "ritorno" di emigranti piemontesi che
affidano a figli o nipoti il sogno mai realizzato di rientrare nei paesi d’origine.
È successo a Castino, dove una giovane laureata ha
dimostrato di avere diritto alla cittadinanza italiana; sta succedendo a
Priocca, dove la "Migrantes" di don Paolo Rocca cerca di
ottenere una sistemazione provvisoria in attesa di cittadinanza per
piemontesi di terza generazione tornati nei paesi dei propri antenati;
succede a Canale, dove hanno preso residenza i parenti argentini dei
titolari della "Mtg" di Alba, ditta specializzata in
automazioni, assistenza tecnica e ricambi. Ma succede anche a Neive, dove
si è domiciliato Damian Mellano, vincitore della borsa di studio
"Nidi di rondine", patrocinata dall’"Arvàngia", da
mesi in lotta contro la burocrazia italiana che non lo riconosce come
italiano "per diritto di sangue" a causa di una doppia
consonante che va e viene nei documenti di nascita e di morte del
bisnonno. A questo giovane, perseverante nella battaglia con i mulini a
vento e nella ricerca di un lavoro stabile e sicuro in Piemonte, domenica
27 maggio verrà assegnato un attestato di benemerenza a Conzano
(Alessandria), in occasione della Festa del Piemonte.
Ma l’Argentina e le vicende dell’emigrazione sono
tornate di attualità ovunque.

Il prof. Donato Bosca ha "riscoperto" il tema
e le problematiche
dei tanti emigranti piemontesi in Argentina fin dagli anni Ottanta.
A Pinerolo, presso la chiesa di Sant’Agostino, per
iniziativa del locale Museo civico di archeologia e antropologia, lo
studioso José Carlos Depetris, di origine albese, amico di albesi
emigranti appartenenti alla famiglia Cagnasso, ha allestito e aperto la
mostra "Bronsin" con il sottotitolo: "Antropologia e storia
della Pampa india nell’incontro con gli emigranti piemontesi in
Argentina". Contestualmente ha tenuto la conferenza "Los rostros
de la tierra" (i volti indios della Pampa argentina), che prende
spunto dal titolo di un suo libro omonimo.
L’autore è diventato il referente nazionale sui
problemi della minoranza etnica india della Pampa ed è stato
vicepresidente di società storiche e di associazioni di scrittori della
sua provincia. L’amore per le radici e la terra d’origine dei nonni lo
ha portato, con sessanta amici, a fondare, alcuni anni orsono, la "Gent
dël Piemont", una delle più giovani associazioni piemontesi nel
mondo.
Ma l’esperienza di José Carlos Depetris non è unica.
Qualcosa di analogo lo sta facendo in zona la professoressa Marina
Cornaglia, insegnante di lettere alla scuola media di Monticello. Di
recente è stata intervistata dagli alunni della classe 3A della scuola
media "Eugenio Montale" di Neive sui risvolti culturali del
gemellaggio che da oltre dieci anni ha avvicinato Monticello e Sastre
Ortiz, comunità argentina della provincia di Santa Fe. E proprio Neive
sembra interessato a consolidare il rapporto d’interscambio già
esistente con alcune istituzioni scolastiche di Rosario, la città dove
lavora l’ex preside della locale scuola media, professor Giovanni Manzo.
Ecco cosa hanno scritto dall’Argentina la
professoressa Maria Rosa Latorre, direttrice del Dipartimento di italiano,
e la professoressa Maria Cristina Santoro, a proposito di una recente
visita ai plessi scolastici dell’istituto comprensivo "Beppe
Fenoglio": «Un ringraziamento di cuore perché ci siamo sentite a
casa nostra. Non ci avete mai fatto sentire la nostalgia della nostra
terra, aiutandoci a sistemare tutte le idee raccolte durante l’esperienza
e a trasformarle in futuri progetti. Il soggiorno è stato proficuo per la
nostra formazione professionale, ma ancor di più perché sentiamo di aver
costruito un ponte di amicizia e di vero interscambio culturale».
Donato Bosca