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Ha
preso inizio il 18 maggio, presso il Tribunale di Alba, la vicenda
giudiziaria che dovrà stabilire quali furono le cause che danneggiarono
il Barolo annata 1997 del produttore Elio Altare di La Morra, così
gravemente da essere ritirato dal mercato.
La causa è assegnata al giudice Fabrizio Pasi, il
quale, respinte le eccezioni preliminari proposte dal legale della ditta
tedesca che ha prodotto i sugheri sotto accusa (il cui nome non è
pubblico), con le quali si voleva radicare la causa in Germania, ha
provveduto ad assegnare l’incarico per un "accertamento tecnico
preventivo" al perito Mario Ubigli di Asti. Con questo accertamento
si cercherà di delineare in modo chiaro la situazione, per poi,
eventualmente, iniziare una causa civile.

Il produttore Elio Altare (foto di Bruno Murialdo).
Altare è assistito dagli avvocati Alessandro Paganelli,
Fabio Garaventa e Gianni Vercellotti, i quali dichiarano: «Il giudice
Fabrizio Pasi, su nostra istanza, ha proceduto alla nomina di un
consulente tecnico che dovrà verificare il processo produttivo della
cantina Altare e le bottiglie dell’annata ’97, al fine di
accertare il denunciato vizio di sentore di tappo che, secondo quanto noi
sosteniamo, è esclusivamente da attribuire ai tappi acquistati presso un’azienda
tedesca. Altare ha tenuto sin dall’inizio della vicenda un atteggiamento
di massima trasparenza e correttezza, togliendo spontaneamente dal mercato
le bottiglie dell’annata ’97. Il risarcimento non è l’unico nostro
obiettivo. Vogliamo creare un precedente a tutela di tutti i produttori e
consumatori che hanno espresso grande solidarietà al nostro assistito».
Manuela Busso
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