Due uomini, abitanti a Sommariva del Bosco e a Santo
Stefano Roero, a seguito di processi distinti, sono stati condannati
entrambi a un anno di reclusione per prestiti usurari.
Si è concluso
giovedì 17 maggio presso il Tribunale di Alba il processo a Emilio Luigi
Saravesi (69 anni), meccanico in pensione di Sommariva del Bosco. L’uomo,
difeso dall’avv. Roberto Ponzio, era accusato di essersi fatto
promettere interessi usurari da una decina di persone che si erano rivolte
a lui per dei prestiti.
Il Tribunale lo ha condannato alla pena di un anno di
reclusione e alla multa di sei milioni di lire, ritenendolo colpevole per
due dei reati ascrittigli; lo ha invece assolto per gli altri. Il legale
del Saravesi, Roberto Ponzio, afferma che questo che si è concluso è
forse uno dei più importanti processi relativi a vittime dell’usura
istruiti dal Tribunale di Alba; infatti, in casa del Saravesi, che durante
il processo aveva anche sofferto un periodo di carcerazione cautelare,
erano stati rinvenuti un miliardo e trecento milioni di titoli.
L’avvocato albese, comunque, si dichiara parzialmente
soddisfatto: l’accusa è stata ridimensionata; infatti, la condanna è
stata inferta per episodi relativamente marginali; questo perché nel
corso dell’istruttoria dibattimentale sono state ritenute inattendibili
le dichiarazioni del denunciante, costituitosi parte civile, perché sono
mancati in molti casi i riscontri tra quanto dichiarato dai testimoni in
sede di indagini preliminari e quanto emerso al dibattimento. Inoltre,
sono anche mancati riscontri in seguito a controlli bancari. L’avvocato
Ponzio afferma che verrà proposto appello avverso la sentenza.
Al Saravesi erano anche contestati tre episodi di
ricettazione; assolto per due di essi, è stato condannato alla pena di un
anno e quattro mesi di reclusione e 800 mila di multa per la ricettazione
di un’auto. I fatti accaddero negli anni tra il 1994 e il 1997 a
Sommariva del Bosco.
Il Tribunale di Alba ha inoltre condannato alla pena di
un anno di reclusione e sei milioni di multa Bruno Nota, 56 anni,
residente a Santo Stefano Roero. L’uomo era accusato di essersi fatto
promettere interessi usurari da un imprenditore in difficoltà. Infatti,
nel luglio del 1996, aveva concesso ad un uomo, contro il quale pendeva un’istanza
di fallimento, un finanziamento di 80 milioni, facendosi restituire, nell’arco
di quattro mesi, la somma di lire 116 milioni, ad un tasso di interesse
pari al 12% circa mensile.
m.b.