Sorpreso? «Perché dovrei esserlo?». Tra il
15 e il 24 dicembre sono state presentate 664.215 domande di assunzione di
extracomunitari non stagionali a fronte di 170.000 ingressi complessivamente
autorizzati dal decreto flussi 2007. «I dati rappresentano la fotografia
meno sfuocata del fenomeno immigrazione realizzata in Italia da qualche anno
a questa parte. Con buona pace della legge Bossi-Fini, delle mistificazioni
su cui poggia e dell’apartheid che ha generato».
Va giù duro, Paolo Ferrero. Parlando con Famiglia Cristiana,
il ministro della Solidarietà sociale commenta la valanga di clic per
ottenere lavoratori extracomunitari, tra cui badanti e colf (nel 2007, per
la prima volta, le richieste potevano essere inoltrate al ministero dell’Interno
solo via Internet); punta il dito contro le norme in vigore, volute dal
Governo Berlusconi; promette una nuova legge in tempi rapidi. E annuncia: «In
autunno organizzeremo una Conferenza nazionale su questo tema».
«Il decreto flussi del 2007 s’è rivelato abbondantemente
sottodimensionato rispetto alle reali esigenze dell’economia italiana»,
esordisce. «Le 664.215 domande (un numero destinato a crescere, dal momento
che il dato è aggiornato al 24 dicembre e visto che c’è tempo fino al 31
maggio per presentare le richieste) rendono comunque finalmente visibile l’universo
degli immigrati che sono già in Italia e già lavorano».
«Queste cifre rappresentano l’ulteriore prova che la legge Bossi-Fini
non ha funzionato, producendo clandestinità e paura», prosegue Ferrero. «Quel
testo si basa su una finzione: che il datore di lavoro indichi la generica
volontà di prendere Tizio che sta in Bangladesh o Caio che vive in Perù
senza averlo mai visto né conosciuto prima. Figuriamoci. Gli imprenditori
hanno osteggiato in tutti i modi il collocamento a chiamata numerica,
chiedendo di poter scegliersi direttamente i dipendenti. E parlavamo di
italiani. Con gli extracomunitari si è ancora più esigenti».
«Per tacere delle lungaggini burocratiche della Bossi-Fini», insiste il
ministro. «Qualche imprenditore ha aspettato anche 16 mesi l’agognato
nullaosta. Non dimentichiamo, infine, le insufficienze, visti gli scarsi
organici, della nostra rete consolare nei Paesi di provenienza, che ha fatto
registrare – nel migliore dei casi – lunghissimi tempi d’attesa,
accompagnati qua e là da brutti episodi di malcostume. Che ci sia stata
gente costretta dalla disperazione a pagare per velocizzare le pratiche è
un fatto risaputo, purtroppo. La realtà è che tramite l’applicazione
rigorosamente formale della Bossi-Fini è entrata soltanto una manciata di
persone. I più sono giunti in Italia clandestinamente, hanno trovato un’occupazione
(in nero), hanno affittato case (in nero), si sono curati poco e male,
chiedendo al loro datore di lavoro di regolarizzarli man mano che uscivano i
decreti flussi. Costoro vivevano e vivono nel terrore di incappare in
qualche controllo che provocherebbe l’espulsione. Donne e uomini costretti
a trasformarsi in ombre, privi di diritti. È apartheid».

In Italia gli extracomunitari regolari sono
poco meno di 4 milioni che producono ben 6 punti di Pil (circa 90 miliardi
di euro all anno);
i clandestini o irregolari sono stimati in oltre 500.000.
In fretta nuove norme
Che cosa pensate di fare? «Premesso che a decidere è il Governo nel suo
insieme, mi permetto di suggerire alcune cose». Quali? «Il decreto flussi
2007 va a mio avviso tenuto così com’è, senza estensioni che, vigente la
Bossi-Fini, causerebbero più danni che benefici. Si stabilisca chi sono i
170.000 aventi diritto in tempi accettabili, diciamo nel ragionevole arco di
sei mesi. Chi risulta in sovrappiù venga inserito in un’apposita lista.
Nel mentre, si approvino in fretta nuove norme».
Il testo della cosiddetta Amato-Ferrero è stato approvato dal Consiglio
dei ministri il 28 giugno scorso ma non è ancora stato discusso dai due
rami del Parlamento. «Io spero che entro febbraio ottenga il via libera
alla Camera ed entro maggio-giugno al Senato. Per entrare in vigore in
autunno, con il varo dei decreti delegati. Il decreto flussi 2008 poggerà
su basi nuove e potrebbero così essere anche regolarizzati quanti ne hanno
diritto ma non ce l’hanno fatta prima, finendo in lista d’attesa».

Cosa dirà la legge delega?
Quali sono le novità principali? «Si tratta di una legge delega, i
dettagli verranno stabiliti in seguito», spiega Ferrero. «È certo
comunque che si prevede una pluralità di canali di ingresso, introducendo
la figura degli sponsor (un singolo italiano, un singolo extracomunitario,
un gruppo, un movimento, un’associazione di categoria come la Confidustria
o la Coldiretti, giusto per fare degli esempi), che potranno far entrare in
Italia immigrati per motivi di lavoro, sempre nell’ambito delle quote,
fornendo garanzie di carattere patrimoniale sul loro sostentamento e sul
loro eventuale rimpatrio. La gente emigra sulla base di relazioni di
parentela, di conoscenza o d’amicizia: la legge deve aderire alla realtà
dei fatti, orientandola, rendendo visibili e formali rapporti fin qui
informali. Beninteso: gli sponsor individuali potranno far venire un solo
extracomunitario all’anno; pugno duro contro la tratta che alimenta la
malavita».
«I decreti flussi avranno poi durata triennale, per consentire una
programmazione più vicina alle necessità di medio-lungo periodo»,
conclude il ministro. «Sarà comunque possibile, all’occorrenza, rivedere
annualmente l’entità dei flussi. È previsto inoltre un canale
privilegiato per l’ingresso dei lavoratori altamente qualificati nei campi
della ricerca, della scienza, della cultura, dell’arte, dell’imprenditoria,
dello spettacolo e dello sport. Nei Centri di permanenza temporanea
finiranno solo coloro che rifiutano di farsi identificare. Dopo 5 anni di
regolare presenza in Italia, gli immigrati potranno votare nelle elezioni
amministrative».