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«Me lo ricorderò per
tutta la vita quel maggio del 1971: Cannes risplendeva di sole, io avevo 21
anni e tutti mi guardavano con curiosità. In realtà non ero proprio io il
centro dell’attenzione, ma il cast del film Sacco e Vanzetti, Gian
Maria Volonté e Riccardo Cucciolla, che vinse il premio per la
miglior interpretazione. Io ero Rosa, sua moglie, ma più che a tutti noi la
curiosità della gente accalcata davanti al Palais de La Croisette andava a
Joan Baez, che cantava la colonna sonora, e a Ennio Morricone. Era la
mia prima esperienza cinematografica e mi sentivo proprio un pesce fuor d’acqua,
non avevo mai partecipato a qualcosa di simile, ma tutti quanti facevano a
gara per mettermi tranquilla. Il maestro Morricone, che aveva visto i
provini del regista Giuliano Montaldo, ma mi conosceva anche come
cantante – quello era il momento più felice della mia carriera –, mi
riempiva di complimenti. "Hai una voce mediterranea", mi ripeteva,
e un giudizio così, dal numero uno della musica per film, mi dava una
grande forza: Cannes, il Festival, la premiazione e poi, a Roma il Nastro d’argento
che mi assegnarono i giornalisti cinematografici. Era tutto un sogno. Ma un
sogno che a quel tempo, sembrava proprio non finire mai...».
Rosanna Fratello, che ha 56 anni
ed è sposata con Pino Cappellano, oggi vive a Como, dove Pino ha una
"Antica pasticceria". La figlia Guendalina, 29 anni, dopo l’università
si sta arrabattando per intraprendere il notariato. E Rosanna? Lei continua
a cantare: durante l’estate ha fatto parecchie serate, ma neppure per un
momento dimentica quella sua avventura davvero "da film". Dunque, nel 1969 la ragazzetta di San Severo (Foggia)
viene scritturata dall’Ariston, una importante casa discografica di quei
tempi, dopo aver vinto nel 1968 a Piacenza il titolo di "Reginetta
della canzone". Erano i giorni che precedevano Sanremo, e Anna
Identici, una dei punti di forza dell’Ariston, ebbe un brutto momento di
depressione. Per regolamento l’artista mancante doveva essere
sostituita da un’altra della stessa etichetta. E toccò proprio a Rosanna
Fratello arrivare al Festival e cantare Il treno. Un treno che,
purtroppo, non andò molto lontano ma che impose all’attenzione della
stampa, e soprattutto degli autori di fama, la voce di Rosanna, che era
melodica, ma moderna, calda ma con toni di ghiaccio. Insomma, dalla
sconfitta era nata una stella. Il viso pulito della canzone Non si meravigliò nessuno quando, pochi mesi dopo, lei vinse a Venezia la "Gondola d’oro" con una canzone che si intitolava Non sono Maddalena, di Conte e Pallavicini, che ebbe un buon esito discografico. L’immagine della cantante si stava rapidamente consolidando e due anni dopo uscì Sono una donna, non sono una santa, una specie di riluttante approccio alle profferte di un innamorato impaziente. Fu un successo, tanto che ne nacquero diverse parodie. Sette Festival di Sanremo, l’ultimo nel 1994 con La squadra italiana, composta da un gruppo di cantanti ancora famosi. Anche Celentano si occupò di lei e le affidò una canzone, Ciao anni verdi, ma forse lo stile del grande Adriano non si adattava a quello della ragazza del Sud. Comunque "il viso pulito della canzone" ormai era entrato nello star system, tanto che la Rai la chiamò per partecipare insieme a Giorgio Gaber, Gino Bramieri e Ombretta Colli a una trasmissione in otto puntate. E sul video la notò Montaldo, che stava preparando Sacco e Vanzetti. Un appuntamento urgente e un provino girato addirittura nell’ufficio dell’avvocato della cantante. «Ne fui felice e la piccola delusione di non poter cantare fu colmata abbondantemente quando seppi che la musica era del maestro Morricone e la cantava Joan Baez. Poi Montaldo mi chiamò a Roma per un altro provino, un po’ meno "artigianale", che oggi si può trovare nel Dvd di Sacco e Vanzetti tra i contenuti speciali». Quelle verità ancora nel cuore Dopo il film, offerte da tutte le parti. «Lino Banfi mi propose una scrittura per un sacco di film che poi girò Edwige Fenech! Figurati io, che arrossivo solo se mi guardavano, spogliarmi su un set! Persi una grande occasione? Forse, ma restai in pace con me stessa!». Poi con Bobby Solo e Little Tony formò il trio dei Robot, dalle iniziali di Rosanna, Bobby e Tony, e partecipò a diverse gare canore in trasmissioni di Mediaset. Tornata solista, Rosanna si piazza seconda a Premiatissima 1987 con Amore scusami. Nel 1994 a Sanremo viene eletta la più elegante e bella interprete del Festival, poi incide l’album Stammi vicino, nel quale la maturità artistica le fa ottenere grandi consensi da parte della critica. Quindi arriva il momento di Domenica in e di Viva Napoli, presentata da Mike Bongiorno e Loretta Goggi. Interpreta i classici come Reginella, Luna caprese e Resta cu’mme, e li fa propri. Oggi Rosanna sta lavorando a un progetto con un complesso
di musica etnica, soprattutto di origine balcanica. «È elettrizzante»,
dice Rosanna con lo stesso entusiasmo di un tempo. «Sacco e Vanzetti,
Cannes e Morricone sembrano ormai appartenere alla preistoria, ma non c’è
giorno che non viva dei flash su quei momenti fantastici e sui lusinghieri
complimenti di Morricone. Uno come lui sicuramente si può permettere
qualsiasi verità, e quella verità io me la porto ancora nel cuore!».
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