Ho ancora nelle
orecchie e nel cuore il sospiro profondo che Teresa liberò quando la
strinsi tra le mie braccia. È come se avesse capito che ormai era in salvo.
Congetture, sensazioni, certo. Ma quando vivi emozioni che ti cambiano la
vita, allora cerchi di spingerti più in là delle semplici apparenze, trovi
le risposte in una dimensione che non è di questa terra».
Inizia così la toccante "storia d’amore" di Giancarlo
Ursino e Teresa, la bimba da lui trovata abbandonata in un
sacchetto di plastica a poche ore dalla nascita. È il 15 ottobre scorso, è
quasi sera e fuori fa freddo, la temperatura è di appena 3-4 gradi.
Giancarlo Ursino, 40 anni, imprenditore turistico, torna a casa, a Pedara,
un paesino in provincia di Catania, dopo una giornata di lavoro trascorsa
sull’Etna.
Non poteva mai immaginare cosa stava per accadergli.
Appena sceso dall’auto si accorge che accanto al cancello di casa c’è
un sacchetto di plastica. Pensa subito a una busta di rifiuti lasciati da
qualche gitante di passaggio, oppure a dei cuccioli abbandonati.
«Sento dapprima uno, due gemiti e con grande stupore»,
racconta Giancarlo, emozionandosi ancora al ricordo, «scopro che dentro la
busta di plastica c’è una bellissima bambina avvolta in una tutina, con
il cordone ombelicale ancora attaccato e sanguinante. Mi inginocchio davanti
a lei, non voglio credere ai miei occhi e capisco subito che bisogna fare
presto per prestarle le prime cure. Sono stati momenti d’angoscia»,
prosegue; «rabbia e paura sono state le reazioni immediate. Rabbia per il
gesto insano e raccapricciante. Paura, invece, per il rischio di non
riuscire a salvare una creatura così piccola, abbandonata in quelle
condizioni estreme».
Da quel momento per Giancarlo non è tutto come prima. Un
forte senso di responsabilità nei confronti della piccola Teresa lo assale
ancora oggi, a distanza di oltre tre mesi dal fatto: «È stato un miracolo.
È come se il Signore si fosse servito di me per salvare la piccola. Lo
considero un grande privilegio».
Quel pomeriggio a Pedara stava per consumarsi una
tragedia. E solo una serie di coincidenze fortuite ha reso questa storia a
lieto fine. A cominciare dal fatto che quella sera Giancarlo non doveva
ritornare a casa. Aveva previsto di pernottare presso il suo Rifugio Ariel,
che lui stesso gestisce, ma quella domenica nessun cliente resta a dormire.
Quindi, decide di rincasare.
Oggi il quotidiano è diverso
La casa di Giancarlo si trova a ridosso di un bosco e
spesso molti cani randagi sostano nella zona cercando cibo tra i rifiuti.
Anche per questo la piccola Teresa è scampata a un grave pericolo.
E poi le condizioni climatiche avverse, i tempi. Al
momento del ritrovamento della bimba erano passate più o meno due ore dalla
nascita e un’altra sola ora, ma forse anche meno, avrebbe compromesso la
salute o addirittura la vita della neonata.
«Da quella sera», prosegue Giancarlo Ursino, «la mia
vita è cambiata. Mi sento molto più vicino a Dio, anzi credo che Dio sia
più vicino a me e alla mia famiglia. Ormai il quotidiano lo viviamo in
maniera diversa».
La moglie di Giancarlo, Angela,è un brillante
avvocato e manco a farlo apposta si occupa di bambini abbandonati o che
vivono in condizioni precarie. «Capisco e condivido il senso di
responsabilità di mio marito», dice Angela. «Abbiamo due bimbe, Azzurra
di 3 anni e mezzo, Ester di 17 mesi, e un altro piccolo in
arrivo, e non avremmo mai esitato a tenere con noi la piccola Teresa. Per la
legge italiana, però, è impossibile, bisogna essere iscritti in una
speciale lista e avere una serie di requisiti richiesti, per adottare un
bimbo».
«Da cittadino condivido la legge italiana», aggiunge
Giancarlo, «ma da cristiano mi sento come se fossi il padre di Teresa e
proprio come figlia l’avremmo accettata e cresciuta nella nostra famiglia.
Ci piacerebbe sapere come sta, se cresce sana e con chi vive. Invece niente.
Non possiamo sapere nulla. Fortunatamente il Tribunale dei minori di Catania
è stato rapidissimo a trovare una famiglia per Teresa».
Il "miracolo di Teresa" ha avuto una sorta di
effetto domino tra amici e semplici conoscenti della famiglia Ursino. Ognuno
con una propria storia. Telefonate, visite, incontri per sapere e conoscere
la testimonianza diretta di Giancarlo. Una fra tutte è stata quella di una
coppia, amici di famiglia, con tre figli. Da un giorno all’altro scopre d’avere
un quarto erede in arrivo. Non era cercato e le necessità contingenti
avevano spinto alla decisione dell’aborto. Dopo la notizia del
ritrovamento di Teresa decidono di tenere il bimbo in arrivo. Anche in
questo caso è avvenuto un piccolo miracolo grazie a Teresa.
Un giorno, quando sarà grande...
Ma non è finita, anche se per Giancarlo e Angela la vita
è cambiata stanno cercando ancora di capire cosa possono fare per aiutare i
bambini.
«Anche se non possiamo averla con noi», conclude
Giancarlo stringendo a sé i suoi piccoli figli e con uno sguardo al
pancione della moglie, «le vorremo per sempre bene, ormai sarà per sempre
nei nostri cuori».
Una catenina d’oro e una medaglietta raffigurante un
angelo custode è il regalo che Giancarlo e Angela hanno fatto alla piccola
Teresa, nella speranza che un giorno, quando sarà grande, potranno magari
incontrarla e riabbracciarla, ricordando quel 15 ottobre. Il giorno dedicato
a santa Teresa d’Avila.