n. 12 DICEMBRE 2003 EDITORIALE SERVIZI
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EDITORIALE Saper riconoscere il desiderio autentico La Direzione Ambivalenza e ambiguità
caratterizzano il fenomeno della procreazione artificiale. Importante è
che la coppia che vi accede pensi, innanzitutto, al bene del bambino. Il concetto "procreare ad ogni costo" conduce a facili semplificazioni. È, quindi, opportuno considerare la fecondazione assistita nella sfera dell’ambivalenza e verificare quando si risolve nella direzione buona e quando verso quella cattiva. La prima ambivalenza riguarda il desiderio (autentico/inautentico) del figlio. Non è facile sciogliere il dilemma in un senso o nell’altro. Non è, però, difficile concludere, almeno in linea generale, per l’inautenticità, quando il bene del figlio, anzi il suo diritto a una famiglia, a due genitori, a un’identità genetica chiara è messo arbitrariamente in pericolo. Il desiderio centrato sull’altro – che si distingue dal desiderio che si ferma su di sé – sa fare i conti con gli eventuali limiti e, all’occorrenza, sa rinunciare quando è in gioco, o non è sicuramente garantito, il vero bene dell’altro (del nascituro). Il desiderio del figlio ad ogni costo e, per questo (in) autentico, si verifica quando, con modalità più o meno ampie, si va fuori dall’unione stabile dell’uomo e della donna. La seconda ambivalenza riguarda la scienza e la tecnica. La fecondazione assistita (non a caso denominata anche "ingegneria riproduttiva") ha mostrato, in questi decenni, che tutto quello che si poteva tecnicamente fare è stato fatto; ha dato prova di non avere misura e senso del limite se non quello della fattibilità. Ma la scienza e la tecnica che procedono a oltranza, che fanno quanto è possibile fare, sono ancora scienza e tecnica? O non sono piuttosto avventura e spregiudicatezza? Si possono produrre embrioni in soprannumero, si può fare la diagnosi pre-impianto, selezionare il sesso, forse anche clonare, ma tutto questo è anche bene e giusto? Per rispondere, non c’è bisogno di scomodare la morale cattolica, basta la morale umana e i diritti-valori umani: diritto alla vita, diritto a non essere discriminato. La terza ambivalenza (che è un’ambiguità), si riferisce al nascere umano nel mondo oggi. Da un lato, moltissimi esseri umani ai quali è negato il diritto a nascere; centinaia di migliaia di bambini abbandonati a sé stessi o, nelle migliori delle ipotesi, istituzionalizzati; dall’altro, il far nascere con il ricorso indiscriminato alle nuove tecniche. Come comprendere le ambivalenze e le ambiguità e, soprattutto, come uscirne? La domanda non riguarda soltanto la singola coppia; interpella la società in tutte le sue componenti, la sua cultura, la sua etica, la sua legislazione. In questo scenario, la coppia può farsi protagonista di un cambiamento, anzitutto di tipo culturale, in tre direzioni: l’autenticità/inautenticità del desiderio da verificare, se opportuno, anche con l’ausilio della consulenza; il servizio/disservizio della scienza e della tecnica nei confronti del valore della vita; la genitorialità che include, oltre l’avere figli propri, anche l’accogliere quelli che, chiamati ad esistere, non hanno chi li accompagna nelle tappe della vita. La direzione |
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