n. 6 settembre-ottobre 2013

Sommario.

 L'arte della preghiera
di Vincenzo Marras

Un carisma tutto pastorale
di Silvio Sassi

 Il Capitolo generale delle Figlie di San Paolo
a cura delle FSP

 I 130 di Gazzetta d'Alba
di Maria Grazia Olivero

Decreto della Penitenzeria Apostolica circa l'indulgenza per il Centenario
a cura di Alberto Fusi

 Il futuro scaturisce dalle radici
di Filippa Castronovo

 Valore del Carisma pastorale
di Annarita Cipollone

 La Famiglia Paolina nel mondo
a cura della Redazione

Una vita e un cuore di pioniera
di Mercedes Mastrostefano

Non lasciamoci rubare la speranza
di Anna Pappalardo

 Il Concilio ci interroga
di Carlo Cibien

 In ascolto dello Spirito
di Stefano Stimamiglio

 Preghiamo per...
a cura di Luigi Giovannini

 L'inizio di un lungo cammino
a cura di Francesca Baldini


Cooperatore Paolino  n. 3 maggio-giugno 2013

APPUNTI E MEMORIE

 di MERCEDES MASTROSTEFANO

Una vita e un cuore di pioniera

Suor Paola Cordero appartiene a quella schiera di Figlie di San Paolo della “prima ora” che, sull’ esempio della Prima Maestra Tecla, “hanno creduto” e con la sola ricchezza di una fede incrollabile hanno compiuto cose grandi.

Nata a Priocca il 16 febbraio 1908, aveva soli 44 anni e aveva da poco emessa la prima professione quando, con un’altra consorella, parti per gli Stati Uniti. La nave raggiunse il porto di New Yorkil 28giugno 1932.La“Recessione economica” piombò nel luglio 1932 e, da un punto di vista umano, le Figlie di San Paolo erano giunte in America proprio nel peggiore dei momenti. Non conoscevano la lingua inglese, erano sprovviste dell’autorizzazione ecclesiastica, avevano quattromila lire che si affrettarono a rimandare alla Prima Maestra Tecla. Per loro tennero solo novanta lire, raccolte sulla nave facendo le iscrizioni alle Messe perpetue.

Maestra Tecla

Maestra Tecla

Le Figlie di San Paolo abitarono dapprima in un appartamento infestato dagli scarafaggi, nel Bronx. I Superiori ecclesiastici di New York suggerirono alle suore di ritornare in Italia, ma esse preferirono rimanere, malgrado tutte le difficoltà, convinte che questo era il desiderio del Fondatore e della Prima Maestra. Nei primi tempi, Maestra Paola aveva molta nostalgia dell’Italia e faceva tesoro delle lettere che riceveva: “Ancora una volta te lo ripeto e ne sono veramente convinta – le scriveva lamammaCarolina – io sono contenta che tu sei contenta. Hai scelto una vita molto bella, ma tua madre soffre perché tu sei così lontana. Pazienza! Spero e credo che saremo certo più vicine nel mondo futuro”. Suo fratello, don Davide Cordero, sacerdote paolino che morì nel 1958, le raccomandava: “Sta con Dio e cammina nel suo amore. In San Paolo e in Maria. Non preoccuparti per me. Fai ogni cosa nell’obbedienza a Dio e agli uomini. Preghiamo a vicenda”. “Fatti coraggio – le scriveva Maestra Tecla –*. Non sei sola, hai il Signore con te. Sii unita a Lui e a Lui solo”. Negli Stati Uniti, la prima comunità iniziò l’apostolato diffondendo la stampa pubblicata in Italia. Nel 1938 si acquisto la vecchia proprietà Benzinger, a Staten Island. Nel 1953 il Card. Richard Cushing accolse le Figlie di San Paolo a Boston. Da allora iniziò un nuovo, luminoso capitolo nella storia americana. II card. Cushing pose la prima pietra in Jamaica Plain, la domenica di Pasqua del 1955. II 17 febbraio 1956 venne eretta a Boston la casa di noviziato.

Oltre i confini. – II grande cuore di Maestra Paola oltrepassava i confini della sua Provincia: nel 1950 si recò in India con le prime missionarie paoline e si fermò con loro quattro mesi sorreggendole nelle difficoltà degli inizi. Nel 1952 accompagnò a Montreal Sr. Basilia Bianco e altre due consorelle che lasciavano gli Stati Uniti dirette in Canada. Era lei che aveva ottenuto dal Vescovo il permesso di aprire quella casa, aveva sbrigato le pratiche relative ed aveva prenotato un appartamento fornendolo di tutto il necessario. La generosità di Maestra Paola era divenuta proverbiale: negli anni difficili della guerra e del dopoguerra, sostenne con aiuti materiali molte comunità, che le permisero di contribuire a iniziative di Congregazione, soprattutto alle spese ingenti per i nuovi edifici di Albano e per la costruzione del Santuario Regina Apostolorum.

Lasciamo la voce all’affetto delle sue figlie: ...Nel 1949, quando ebbi la grazia di essere trasferita negli USA, rimasi impressionata nel costatare quanto Maestra Paola amasse le sorelle. La Comunità diNewYork allora era piccola ma molto gioiosa. Ogni mattina le suore chiedevano e ricevevano da Maestra Paola la benedizione sulla fronte e partivano per l’evangelizzazione mentre lei le accompagnava con unaffettuoso “arrivederci” e un “tornate puntuali”. Al loro ritorno, raccontavano felici le esperienze della giornata. Maestra Paola aveva sempre tempo per le sorelle e raccomandava anche alle superiore di voler bene a tutte le suore perché buone, generose e capaci di molto sacrificio. Una volta all’anno, e a volte anche più spesso, visitava ogni comunità. Scriveva settimanalmente a tutte le comunità e riceveva molta corrispondenza. Maestra Paola non badava a spese, se erano per il bene delle suore.

La "giardinetta" fu la prima auto usata per la "propaganda".

Don Alberione in visita alle Figlie di San Paolo negli Stati Uniti.

Voleva che ogni anno si ritrovassero a Boston per gli Esercizi spirituali e per un po’ di riposo. Organizzò tre pellegrinaggi paolini per permettere alle professe perpetue di prendere contatto con Roma e con i luoghi d’origine della Congregazione.ABoston era solita visitare ogni giorno i vari reparti dimostrando grande soddisfazione per ogni realizzazione. Ma la vita di Maestra Paola conobbe anche i momenti della prova e della sofferenza. Nel 1950 le fu chiesto di lasciare le sue figlie, ancora poche e agli inizi.

Nel 1970 il Signore le chiese di lasciare nuovamente gli Stati Uniti. II suo affetto per tutte le sorelle è bene espresso da questo brano di lettera: “Carissime: a coloro che Dio ama di più, chiede più sacrifici e dà maggiori occasioni di merito. Così ringraziamolo per quanto ci sta chiedendo ora e dimostriamo il nostro amore a lui dicendo un generoso si! Noi siamo pronte, noi desideriamo fare la tua santa volontà, Signore, non importa quanto può costarci. Così, per favore, vi chiedo, pregate, abbiate fede, siate docili alle grazie di Dio e sforzatevi di essere fedeli, totalmente Paoline, come siete sempre state” (Sr. Concetta Belleggia).

Intrepida, fino alla fine. – Nel 1984 Maestra Paola e Sr. Concetta si recarono nel South Carolina per prendere visione delle riparazioni che venivano apportate all’edificio che ospitava l’abitazione delle suore. II capomastro, sig. Mevers, guidò Maestra Paola e le altre sorelle nella visita all’edificio in costruzione. Ad un certo punto, al secondo piano, dov’era stata ricostruita una tromba delle scale, una breccia di circa 8 piedi di larghezza e 15 piedi di profondità impediva il passaggio. Un’asse di 12 inches univa una parte all’altra. Le suore che l’accompagnavano preferirono ritornare indietro ma Maestra Paola, decisa, con il coraggio che la caratterizzava, proseguì con il capomastro e riuscì a completare la visita. A quel tempo aveva settantasei anni. Questo episodio giunse a conoscenza della Curia di Charleston e anche del Vescovo della Diocesi e la Maestra divenne quasi una leggenda.

I Carabinieri si interessarono all'opera delle suore paoline, anche con qualche malinteso.

Maestra Tecla e Maestra Paola con due Cooperatori americani.

Maestra Paola aveva espresso più volte il desiderio di morire “in piedi”, cioè svolgendo l’apostolato. Nel 1985 venne colpita da un ictus cerebrale che la costrinse progressivamente all’immobilità. Anche negli anni di sofferenza Maestra Paola ha continuato a pensare agli altri accettando, senza lamentarsi e con serenità, la prova che il Signore le mandava. Alle condizioni sanitarie già gravi, subentrò la polmonite che e stata la causa prossima della morte. Maestra Paola è stata, per molte generazioni di paoline, un simbolo di coraggio e di slancio apostolico, una donna che senza aver avuto grande preparazione culturale sapeva spronare, incoraggiare, motivare le sorelle in vista di un annuncio sempre più efficace.

Mercedes Mastrostefano